venerdì 23 maggio 2008

Bologna 2009 - documento

Posto il documento sottoscritto da oltre 700 aderenti al PD, nel quale si chiede a Sergio Cofferati di ricandidarsi e confermare l'impegno sottoscritto con gli elettori per una mandato ed un programma di governo di 10 anni.

Il 14 aprile il 49,7 % degli elettori bolognesi ha votato per il Partito Democratico: un grande risultato ed insieme una grande responsabilità per tutti noi.

Un risultato frutto del grande radicamento territoriale del PD, della credibilità dell’azione del nostro governo locale, del lavoro tenace delle tante democratiche e dei tanti democratici e di un partito che ha saputo fare prevalere le ragioni dell’Unita’, della positiva collaborazione e del dialogo costruttivo su quelle della divisione.

Dobbiamo ora affrontare un momento molto delicato della vita politica cittadina: le elezioni amministrative. Il rischio di commettere errori fatali è reale. D’ora in avanti ogni nostro passo dovrà essere ponderato con serietà e nella consapevolezza che il voto alle elezioni politiche non si riverserà automaticamente nel voto alle amministrative.

Nel 1999 il centrosinistra perse le elezioni a Bologna perché era più interessato ad ascoltare se stesso che la voce dei cittadini. Non cadiamo nello stesso errore.

Il nostro impegno prioritario oggi deve essere quello di rilanciare un dialogo aperto e franco con i cittadini piuttosto che ragionare al nostro interno di quali regole per le primarie e di quali alleanze.

Le primarie sono uno strumento importante di confronto con i nostri elettori, ma non sono di per sé sufficienti a garantire la vittoria ed il buon governo della città.

Allo stesso modo, non ha alcun senso costruire una politica delle alleanze che prescinda dal fallimento dell’Unione a Bologna e da un programma chiaro da proporre agli elettori.

Partiamo allora dalla valutazione di questi quattro anni di governo della città e dalle scelte programmatiche che riteniamo utili per la nostra comunità.

In questi anni l’amministrazione guidata dal Sindaco Sergio Cofferati ha compiuto delle scelte molto importanti ed altre altrettanto rilevanti sono in procinto di essere assunte. Si sta realizzando un programma di governo di dieci anni, su cui Sergio Cofferati ha raccolto un vasto consenso nelle elezioni del 2004.

Le scelte su piano strutturale, infrastrutture, sicurezza, decentramento, estensione dei servizi sociali, fino a quelle sull’ambiente e la vivibilità della città, delineano un percorso che ha saputo interpretare le grandi trasformazioni che hanno attraversato Bologna. Bisogna continuare nel cammino intrapreso e portarlo a compimento. Un cammino che crediamo possa essere efficacemente guidato da Sergio Cofferati anche nel prossimo mandato.

Per fare questo è innanzitutto necessario che i risultati ottenuti siano conosciuti dai nostri concittadini. Il nostro compito e quello del Sindaco, cui chiediamo di essere molto presente sul territorio nei prossimi mesi, sarà quello di rendere conto delle scelte fatte, ascoltare le critiche che ci verranno mosse ed interpretare i nuovi bisogni della città.

Se saremo capaci di impostare questo dialogo con serietà ed umiltà potremo affrontare con serenità le elezioni amministrative perché avremo tutte le condizioni per vincere e per rilanciare la sfida per il futuro di Bologna.

I Promotori
Matteo Lepore, Mariuccia Fusco, Francesco Mileno, Marvet Michela Guarino, Alessandro Tortelli, Angelo Prete, Camilla Giunti, Piera Santin, Michele Campaniello.

Tra i firmatari del PD Savena:
Silvia Giorgi, Mirco Gamberini, Giulia Caciolli, Domenico Gentili, Marzia Benassi, Davide Barbieri, Luciana Deserti, Sergio Sacchetti, Maurizio Ghetti, Antonio Lovallo, Fabio Chiodini, Stefano Raffa, Stefano Marchigiani...

mercoledì 21 maggio 2008

La Festa apre il 24 maggio causa maltempo

A causa delle condizioni meteo e del terreno, la Festa delle due Madonne inaugura Sabato 24 maggio.

INIZIATIVE DI SABATO 24 MAGGIO

Ore 19.00
Inaugurazione con Andrea De Maria
(Segretario PD Bologna)

Ore 21.00
“Dopo il voto in PD in Parlamento”
incontro con
on. Donata Lenzi
on. Gianluca Benamati
Gianluca Passarelli (Università di Bologna)
presenta
Marzia Benassi
(Esecutivo PD Savena)



Chiunque fosse disponibile per dare una mano come volontario agli stand è bene accetto !!!

>>> Segnalatevi a : PDsavena@gmail.com

LO STRANIERO“BRUTTO, SPORCO E CATTIVO” E LA NOSTRA IPOCRISIA

Non mi piace il pacchetto "anti-immigrati" deciso oggi da un governo che ostaggio della sete di “sicurezza sociale” ha deciso di intervenire con il “pugno duro” sul tema della “sicurezza”; il risultato è che il tema dell’integrazione sociale rischia di essere declinato come un mero problema di ordine pubblico.
Questi invisibili sono in mezzo a noi da tempo e tutti i giorni, perché li vediamo solo ora? Questi “stranieri” “brutti, sporchi e cattivi” sono le badanti che puliscono il “culo” ai nostri nonni, sono le infermiere che curano i nostri malati, sono gli operatori ecologici che puliscono le nostre città, sono i muratori che costruiscono le nostre case; sono in mezzo a noi tutti i giorni, per strada, in autobus, in treno; sudano e faticano come noi, molti di loro pagano le tasse come noi, i loro figli sono a scuola i compagni di banco dei nostri ma evidentemente non hanno la “dignità di persone”, almeno agli occhi di molti di noi.
Quanta ipocrisia nel nostro Paese di “benpensanti” con la “puzza sotto il naso” che vedono queste persone solo nella misura in cui “essi sono utili a soddisfare i nostri bisogni”.
E’ un atteggiamento di razzismo strisciante molto pericoloso e che dimostra la scarsa memoria storica del nostro passato di popolo di migranti di un Paese in cui il permanere di una difficile condizione economica di alcune aree costringe tutt’ora gli abitanti ad avere la valigia di cartone ancora e sempre pronta per partire, in cerca di lavoro.
Dobbiamo capire che queste PERSONE ESISTONO NON SOLO QUANDO CI FANNO COMODO e che ogni centimetro di libertà in meno per loro ha la stessa lunghezza ed importanza anche per noi, perché divisi e sfruttati non si va da nessuna parte.

Claudio Gandolfi

martedì 20 maggio 2008

La questione immigrazione cambia il welfare.

L'intervento di Donata Lenzi all'Assemblea Regionale PD del 17 maggio.

L'elezioni hanno consolidato la maggioranza di destra che già aveva vinto nel 94. Culturalmente il paese è a destra. Il percorso che ci attende è lungo ed inizia prima di tutto sul piano della cultura politica. Per questo oggi rinuncio alla tentazione di ragionare di alleanze e mi concentro sulla più calda delle questioni aperte: quella dell' immigrazione affrontandola con una visione regionale.

In campagna elettorale il pulmino delle candidate si è fermato per un incontro con le operaie presso una grande fabbrica tessile nel parmense. (Ci sono ancora le fabbriche tessili, lo dico ai tanti consulenti che ne avevano preannunciato la sparizione) Lì abbiamo sentito con le nostre orecchie le ragioni del passaggio di voti da Rifondazione alla Lega. Le motivazioni erano tutte legate al tema immigrazione ma, attenzione, non nella visione sicurtaria che pensiamo. Meglio, c'era anche questa, legata alla esperienza quotidiana e femminile. Al girare per le strade di sempre e sentire su di se guardi maschili senza pudore o di aperta condanna, quasi tu fossi una poco di buono. E ci si sente straniere in casa propria. Ma era molto più forte la consapevolezza che l'immigrato è un "competitor" per il lavoro, per l'accesso ai servizi, per le risorse sempre in calo del welfare. Per il lavoro perché l'immigrato è disponibile a qualsiasi impiego, non rimane incinta ed è più che disponibile a fare lo straordinario. Per l'accesso ai servizi e al welfare perché il nostro modello, che fa dipendere i servizi dal reddito, fa si che l'immigrato abbia sempre più punti in graduatoria dell'operaia italiana con un marito e dei figli.

Sostengo che noi inconsapevolmente abbiamo costruito un welfare residuale (volto quindi solo a bisogni dei poveri) invece che universale o meglio ancora basato su un universalismo selettivo. ( dove tutti accedono ma pagano a seconda delle proprie capacità) Questo è stato fatto in molti modi, ma soprattutto attraverso un uso, a mio parere distorto, dell'ISEE (indicatore di situazione economica equivalente). Ormai questo strumento regola l'accesso ai nidi, alle materne, alle mense scolastiche, ai trasporti scolastici, all'assegno per il terzo figlio, alla casa popolare, al contributo per l'affitto, all'assistenza domiciliare, al diritto allo studio, determina il pagamento delle rette nelle strutture protette, l'accesso alle cure odontoiatriche, all'assegno di cura etc.. Ci sono in questo due errori: l'uso del Isee per decidere chi accede al servizio e non quanto paga di tariffa (sia chiaro non tutti i comuni fanno questo errore) e l'abbassamento progressivo dell'asticella ormai intorno ai diecimila euro l'anno.Ma chi sta sotto? Gli ultimi, mentre i terzultimi, cioè i ceti medio bassi dove entrambi lavorano, sono fuori. Si alimenta così il risentimento sociale (e anche le separazioni per finta!)Ma se i tre piloni del welfare: scuola, sanità e pensioni me le garantisce anche il centro destra perché deve occuparmi del destino di un welfare locale che non fa nulla per me? E quindi voto a destra dove almeno si occupano della mia incolumità e dove promettono di ridurre il numero di "competitor".

Va urgentemente ridefinita una visione complessiva e più articolata del welfare locale. Ci vogliono politiche per i poveri, lì sì, ovviamente, l'isee e il reddito determinano i beneficiari.Ci vogliono politiche per favorire l'inclusione degli immigrati, ne ha già parlato il sindaco di Imola, a partire dalla scuola. Ci vogliono politiche per le famiglie e per sostenere il lavoro delle donne, politiche per le quali i criteri di accesso sono altri perché diversi sono gli obiettivi. I nidi sono stati inventati quasi cento anni fa dalle donne per permettere alle donne di andare a lavorare. Hanno una ovvia componente educativa, ma non sono una politica assistenziale di sostegno ai poveri. E finchè non si riesce a rispondere a tutti il primo criterio di selezione deve essere la condizione lavorativa.Una qualche riflessione meriterebbe il tema della casa.In generale direi che l'intervento dovrebbe essere più cospicuo nei confronti di coloro che investono per rimanere a lungo nel nostro paese e legato ad una accettazione dei nostri principi costituzionali. Diritti e doveri, su questo si basa la costruzione di una società e le tenuta di qualsiasi comunità.Per questo però trovo più corretto per noi a sinistra parlare di legalità piuttosto che di sicurezza (come per altro aveva fatto Cofferati) diritti e doveri di chi è qui e di chi arriva. E in un paese lassista con un sistema giudiziario in gravissima crisi (e di chi è la responsabilità del disfacimento della giustizia?) questa non è una questione da poco.

Nel nostro dna di emiliani romagnoli c'è la coesione sociale, la capacità di vivere bene insieme e di includere, facendole diventare emiliane, le successive ondate immigratorie. È una caratteristica nota e studiata da tempo. Non dobbiamo perdere noi stessi. Non possiamo stare con chi condanna una intera etnia o una intera religione. Anche se penso ad un maggior lavoro di inclusione che insista sull'accoglimento dei nostri valori di libertà. Perché in quei valori fortemente crediamo. Penso ad un lavoro di governo dell'immigrazione che concentri il suo impegno sulle seconde generazioni, sui ragazzi e le ragazze che una legge assurda vuole rimandare indietro (in paesi dove magari non hanno più neanche i nonni) al compimento dei diciotto anni. Penso alla politica per le donne immigrate, perché siano garantite a loro i diritti fondamentali e la possibilità di decidere di sè e della propria vita. E guardo con orrore l'avvento di un pericolo dello stupro a componente etnica. (vedi i giornali di questi giorni) Non ci aiuterà il politicamente corretto o il rispetto-indifferenza verso le abitudini di ciascuno quando non attengono al cibo, ma ai diritti della persona. Ci aiuterà la forza delle nostre idee. Penso che abbiamo bisogno di un insieme di politiche di governo (c'è un limite anche all'accoglienza) di legalità (diritti e doveri) e di inclusione per costruire un partito nuovo ma che abbia ancora l' anima.

domenica 18 maggio 2008

Intervento di S. Caronna all'Assemblea regionale del PD dell'ER

Approvata all'unanimità la relazione di Salvatore Caronna
[...]
Le elezioni amministrative del 2009
[...] Noi possiamo guardare a questo appuntamento con la consapevolezza di chi sa di potere contare sulla solidità delle nostre amministrazioni, su una politica di buon governo che dalla Regione, ai Comuni, alle Province, ha saputo dimostrare che qui il rapporto con i cittadini è saldo. D’altro canto, anche il voto delle politiche ci dice che il legame tra il PD e la maggioranza degli emiliano-romagnoli è profondo. Ma noi siamo altrettanto consapevoli che questo rapporto di fiducia, questo legame, va sempre ogni volta, saputo mantenere e rafforzare. È sempre stata questa la nostra forza. Non accontentarsi mai dei risultati raggiunti. Non dare mai per scontato che, in virtù di una tradizione, il consenso per noi fosse automatico. Sapere invece che nulla è dovuto. Tutto deve essere, sempre, ogni volta, conquistato. Innovare per mantenere i livelli di eccellenza Per questo, pur vantando in tutti i settori livelli tra i più avanzati del Paese ed in grado di confrontarsi con le realtà europee più moderne e dinamiche, questa regione non intende rinunciare a continuare a promuovere innovazione, a sperimentare nuove e diverse politiche in grado di dare risposte ad una società veloce nel cambiamento, ed esigente nelle risposte. Sotto questo punto di vista, la scelta voluta in modo particolare dal Presidente della Regione Vasco Errani di promuovere attraverso uno strumento di governo come il Piano Territoriale Regionale, un vasto confronto nella società per dare nuovo impulso ed una visione strategica dell’Emilia-Romagna, è un passo importante e fondamentale. Vogliamo essere noi i portatori di quelle linee essenziali di innovazione, capaci di produrre un nuovo sviluppo per questa regione. L’idea di una regione che va fino in fondo, e con decisione, sulla strada di rendere questo territorio sempre di più un sistema capace di dare insieme la risposta di cui ha bisogno è quella giusta. Fare sistema tra e con le città, fare sistema nelle infrastrutture, fare sistema nelle politiche sociali. Promuovere, cioè, un salto nella capacità di superare la logica dell’ognuno per sé. Esaltare l’idea che oggi – più che mai – è necessario costruire insieme, con la dimensione adeguata ad affrontare la competizione globale, le politiche. Solo così l’Emilia-Romagna sarà in grado di proiettare nel futuro quelli che sono i suoi attuali livelli di eccellenza.

Prima i programmi, poi le alleanze

[...] La mia opinione è che nei prossimi tempi al centro della nostra azione debba esserci il programma che vogliamo realizzare per le nostre comunità. Si è discusso molto, in queste settimane, su come prepararci all’appuntamento delle amministrative in termini di alleanze. La mia opinione è identica a quella che ha espresso Walter Veltroni nella sua relazione al Coordinamento nazionale. Uscire dalla fuorviante alternativa tra alleanze e autosufficienza. Detto in altri termini, il nostro problema è quello di promuovere, sulla base di un impianto programmatico solido, concreto e credibile come proposta di governo, le alleanze compatibili con quell’impianto. E visto che le amministrative sono elezioni in cui si vota per il proprio comune, l’aspetto programmatico, dal tratto civico, diventa ancor più importante nella definizione delle proposte di governo e di conseguenza nella ricerca delle alleanze. Per questo, a mio avviso, noi dobbiamo in ogni realtà aprire un confronto nella società, e con la società, per definire il programma più adatto e capace di affrontare i problemi di ogni singola comunità. Lo dobbiamo fare con spirito aperto, con volontà di collaborazione con tutti coloro che intendono assumersi seriamente, lealmente e definitivamente una responsabilità di governo. Coalizioni contro non ne facciamo più. Coalizioni serie, per obiettivi chiari e precisi con tutti coloro che sono disponibili, le facciamo sempre.


La scelta dei candidati: le primarie siano la regola e non l'eccezione

In questo contesto, di grande rilievo diventa la scelta delle nostre candidature alla carica di Sindaco o di Presidente della Provincia. Non c’è ombra di dubbio che con l’elezione diretta la personalità che viene indicata assume un rilievo decisivo. A tal proposito, credo sia utile chiarirci bene su un punto. A nessuno è concesso il lusso di pensare di trasferire il tema degli equilibri interni sullo scacchiere delle scelte delle candidature. Noi dobbiamo scegliere sempre e solo il candidato migliore, quello che ha più possibilità di fare bene il mestiere al quale è chiamato. Per cui a nessuno deve essere chiesto da dove viene, ma solo dove va, e soprattutto se è capace di andarci bene e con passo sicuro e veloce. Per questo, penso che questo autunno, quindi con largo anticipo sulla scadenza, andranno definite tutte le candidature per i vari livelli. A giugno, dopo l’assemblea nazionale, definiremo il nostro Statuto regionale e un regolamento – anche in vista di quello nazionale – per definire le procedure della selezione delle candidature. Vogliamo prepararci per tempo, sul piano organizzativo e regolamentare, affinché le primarie siano la regola e non l’eccezione nella scelta dei candidati. Laddove invece – e mi riferisco in modo particolare ai Sindaci o ai Presidenti di Provincia al primo mandato – vi sia un largo consenso alla loro riconferma, ci si muoverà come deciso dallo Statuto nazionale...

TUTTO L'INTERVENTO

sabato 17 maggio 2008

BOLOGNA E IL NOSTRO RAZZISMO QUOTIDIANO

Nella “gentile ed accogliente” Bologna alcuni giorni fa una persona è stata aggredita verbalmente in strada da un’automobilista nell’indifferenza quasi totale dei presenti, nessuno ha visto o sentito niente forse perché l’aggredito non era uno dei “nostri”, bensì “uno sporgo negro puzzolente”. In un clima sempre più diffuso di caccia alle streghe, il ripetersi di episodi come questo fa male, soprattutto in una città una volta culla di “senso civico” in cui l’indignazione e la solidarietà erano una reazione naturale e spontanea; ora anche Bologna sembra aver perso questa capacità e ringrazio T. K. per aver preso carta e penna, aver scritto al sindaco Cofferati e denunciato il vergognoso episodio di “razzismo” per “avvertire i cittadini bolognesi che credono che cose simili non possano accadere in questa città”.
Come bolognese esprimo a lui tutta la mia solidarietà e spero che la città ora non resti indifferente e reagisca perché come comunità non possiamo rassegnarci al fatto che qualcuno pensi che a Bologna non ci sia posto per i “diversi” da noi, per colore della pelle, per lingua, per religione, per odore.
Quello descritto da T. K. nella sua lettera pubblicata sui giornali non succede solo a Bologna, succede purtroppo in ogni città del nostro Paese, per strada, nei luoghi di lavoro tutti i giorni; questo episodio è lo specchio fedele della nostra società cosiddetta civile, in realtà con “la puzza sotto il naso”, ipocrita ed individualista, fatta di sfruttamento dello “straniero, brutto, sporco e cattivo” che esiste solo nella misura in cui ci serve, che deve solo dare senza nulla chiedere o pretendere da una società che lo spreme come un limone. Per usare una metafora mi piacerebbe pensare alla mia città come una sorta di “autobus della solidarietà” e della convivenza dove ognuno possa finalmente salire con dignità ed a testa alta perché gli altri passeggeri gli fanno posto senza chiedere da dove viene e dove va, consapevoli semplicemente del fatto di voler condividere tutti assieme il viaggio verso una società finalmente più giusta dove anche al “diverso da noi” si riconosce il DIRITTO DI ESISTERE e di girare a testa alta “libero” tra “liberi” finalmente affrancato dai “mercanti di braccia”.

claudio gandolfi

venerdì 16 maggio 2008

Bologna Soprattutto - Festa de l'Unità due Madonne dal 23 maggio al 15 giugno

Eccoci alla Festa de l'Unità delle due Madonne, quest'́anno promossa dai circoli del Partito Democratico dei quartieri Savena, San Vitale e Santo Stefano, dal 24 maggio al 15 giugno.

Il titolo che abbiamo scelto per l'edizione del 2008 è "Bologna soprattutto", ad indicare che il futuro di Bologna è la nostra priorità per il Partito Democratico.

Con il voto del 13 e 14 aprile, i cittadini italiani hanno dato un segnale molto chiaro: la politica deve dare soluzioni ai problemi quotidiani, come la mancata crescita dei salari, la carenza di sicurezza e certezza del diritto, la mancanza di prospettive per il futuro delle nuove generazioni, il bisogno di un sostegno alle famiglie. Nel corso della Festa, tratteremo questi temi incontrando esponenti politici nazionali e locali come Pierlugi Bersani, Mariapia Garavaglia, Cesare Damiano, Sergio Cofferati e altri che ringraziamo per avere accettato il nostro invito a confrontarsi con la cittadinanza.

Sarà una festa molto attenta ai temi del lavoro e delle famiglie, alle quali dedichiamo uno spazio bimbi ed uno spaziò senior gestito in collaborazione con l'Associazione Agio, la UISP - Lega giochi tradizionali, la Polisportiva Pontevecchio e altre associazioni di volontariato. Naturalmente, Bologna sarà al centro di ogni dibattito per presentare il lavoro svolto dalle amministrazioni locali e capire come cambierà la città nei prossimi anni.

Dalle primarie democratiche del 14 ottobre 2007 ad oggi ne abbiamo fatta di strada. Non era scontato ritrovarci qui, pronti a rimontare la Festa de l'Unità. Anche per questo motivo, la Festa de l'́Unità delle due Madonne è un piccolo miracolo di impegno civile, che ogni anno si ripete grazie allo straordinario sforzo di donne e uomini generosi. A tutti loro va il nostro GRAZIE.

Questa edizione, più che mai, porta con sé̀ delle novità e delle sperimentazioni. Pertanto, speriamo ci scuserete se non tutto avrà la certosina precisione delĺ'̀ "Esperienza", ma crediamo di avere fatto un buon lavoro, pieno di grande passione.
Per cui, BUONA FESTA a tutti!

Matteo Lepore (Coord. PD Savena)

Roberto Marega (Coord. PD San Vitale)

Matteo Festi (Coord. PD Santo Stefano)




IL PROGRAMMA POLITICO DELLA FESTA

IL PROGRAMMA DEGLI SPETTACOLI



giovedì 15 maggio 2008

LETTERA APERTA AI SEGRETARI DEL PD

Su richiesta, pubblichiamo una lettera firmata da alcuni esponenti del PD di Bologna in merito al percorso per amministrative del 2009 e lo svolgimento di elezioni primarie.

Bologna, 12 maggio 2008
Caro Andrea e caro Maurizio,
vogliamo innanzitutto ringraziarvi per l’impegno profuso nel radicamento territoriale del PD - a Bologna e in provincia - e nella difficile campagna elettorale appena conclusa.
La vittoria della destra, fatto certamente negativo per il nostro paese rafforza la necessità di espandere il consenso intorno al nostro progetto politico, obiettivo che tutti noi, insieme, dobbiamo continuare a perseguire: in questa sfida per il bene comune e verso una “nuova stagione”, Bologna e l’Emilia-Romagna hanno un ruolo e una responsabilità essenziali.
Le elezioni amministrative del 2009 si annunciano come una sfida estremamente delicata e il tempo che ci separa da esse è breve: un anno passa in fretta, e questa volta non possiamo farci trovare in stato di emergenza, come tali impossibilitati a utilizzare gli strumenti partecipativi individuati dal nostro statuto come fondamentali per la vita del Partito.
Al di là dei tempi già prefissati, è fondamentale che nel regolamentare il sistema delle consultazioni primarie per l'individuazione dei candidati alle cariche elettive monocratiche si dia un forte segnale di apertura vera, sostanziale e non formale, a questo sistema, ponendo tutti coloro che sono interessati a farlo nelle condizioni oggettive di poter esporre le proprie idee e i propri programmi.
La definizione delle possibili alleanze è condizione importante per una campagna elettorale e per il successivo governo; essa però, in particolare in questa fase, non può e non deve relegare in seconda fila l'analisi dei risultati ottenuti dalle attuali Amministrazioni e i progetti per il futuro.
E' a questo che i cittadini sono essenzialmente interessati: ed è su questo che vi chiediamo di incentrare l'attenzione nel momento di fissare modalità e tempi della raccolta delle candidature e dello svolgimento delle consultazioni primarie.
Lo chiediamo nell’interesse di Bologna, città che ha dato un contribuito fondamentale alla nascita e al radicamento del nostro Partito e che chiede di essere coinvolta nella definizione partecipata del programma per le elezioni del 2009, passaggio essenziale per vincere la sfida elettorale e per governare efficacemente il futuro della nostra città e dell’intero territorio.
Buon lavoro a tutti.

Andrea Forlani - Presidente del Quartiere Santo Stefano
Virginia Gieri - Presidente del Quartiere Savena
Sergio Palmieri - Presidente del Quartiere Porto
Roberto Fattori - Presidente del Quartiere Saragozza
Luca Dore - Capogruppo Centrosinistra per Santo Stefano
Maurizio Ghetti - Capogruppo Centrosinistra per Savena
Beppe Belinelli - Capogruppo Centrosinistra per Porto
Andrea De Pasquale - Consigliere della Provincia di Bologna
Matteo Festi - Responsabile PD Quartiere Santo Stefano
Francesco Errani - Membro dell'Assemblea Nazionale del PD
Riccardo Lenzi - Membro dell'Assemblea Nazionale del PD
Piergiorgio Maiardi - Membro dell'Assemblea Regionale del PD
Anna Alberigo - Membro dell'Assemblea Provinciale del PD
Paolo Orioli - Membro dell'Assemblea Provinciale del PD

venerdì 2 maggio 2008

La Sicurezza dal punto di vista delle donne


Mercoledì 6 maggio alle ore 18, presso la sede dell'Associazione Armonie in via Emilia Levante 138, si svolgerà una seduta del Consiglio di Quartiere Savena aperto alla cittadinanza sul tema "LA SICUREZZA DAL PUNTO DI VISTA DELLE DONNE: confronto sui risultati di progetti realizzati e in atto per contrastare la violenza di genere".



Sul tema "Pari Opportunità e diritti" ed in particolare sulla "Sicurezza dal punto di vista delle donne" il PD di Savena sta costituendo un proprio gruppo di lavoro. Chiunque fosse interessato a partecipare può scrivere a PDsavena@gmail.com

giovedì 1 maggio 2008

LETTERA APERTA AL PARTITO DEMOCRATICO SUL LAVORO

Il Partito Democratico dell’Emilia Romagna ha scelto come slogan per questo 1° maggio un impegnativo “MAI PIU’ VITTIME SUL LAVORO”.
Finita la giusta enfasi per il giorno di festa è bene “rimboccarsi subito le maniche” ( come ha esortato il Presidente Napolitano) per evitare che le belle parole restino sterili dichiarazioni di principio giuste e condivisibili a cui però non seguono azioni; per fare questo bisogna assolutamente passare dalle parole ai fatti, ad atti concreti nella direzione di sviluppare una “cultura della salute e sicurezza” nei luoghi di lavoro all’altezza di una società civile come presumiamo di essere, e soprattutto che diano piena esigibilità alla nostra Costituzione, a partire dall’articolo 1 che afferma essere la nostra “ una Repubblica [……] fondata sul lavoro”.
Le leggi buone ci sono, ora è tempo di farle applicare e rispettare; per fare questo si deve agire potenziando negli organici e negli strumenti operativi gli organi vigilanti, ci vuole la certezza della pena per cui sia effettivamente economicamente “non conveniente” qualsiasi forma di irregolarità ( sia esplicita che latente) per gli imprenditori “meno attenti e sensibili al problema” (il rischio è spesso calcolato e per certi aspetti ancora conveniente rispetto al costo economico della sicurezza), bisogna agire “politicamente” sulla responsabilità sociale delle imprese che spesso disattendono questo loro DOVERE, bisogna innescare meccanismi virtuosi di consapevolezza diffusa del problema tali da indurre una rete di “vigilanza sociale” in cui ogni cittadino può essere un tassello importante verso l’obiettivo dichiarato “MAI PIU’ VITTIME SUL LAVORO”.
E’ utile ricordare alcune delle cause del fenomeno delle “morti bianche” : appalti al massimo ribasso con una catena infinita di subappalti dove le responsabilità si perdono in un meccanismo di scatole cinesi per cui ognuno (quando va bene) è responsabile per se stesso ; mancanza quasi totale di informazione, formazione e prevenzione, spesso in totale dispregio di obblighi contrattuali sanciti dai CCNL e da tutte le parti firmati e riconosciuti formalmente come validi e da applicare; esternalizzazioni di forniture e lavorazioni per abbattere i costi ( in particolare nel caso delle ex-municipalizzate) mettendo a gara la “quantità” a discapito della “qualità” con il risultato che i cittadini nella quasi totalità dei casi si sono visti trasformati da “utenti” a “clienti” senza nessun vantaggio in termini di risparmio economico sulle tariffe e con i servizi sempre più spesso non all’altezza del costo e/o del capitolato di bando.
Per invertire questa pericolosa tendenza e per dare un chiaro segnale al “mondo del lavoro” ( e per smentire i dati delle elezioni) in ogni realtà locale il Partito Democratico può intanto cominciare ad agire a livello territoriale indicando delle Linee Guida di comportamento etico, politico, morale e socialmente responsabile, a tutti i propri esponenti presenti nei vari livelli istituzionali, amministrativi e di impresa.
Cosa voglio dire: anche se siamo all’opposizione in Parlamento abbiamo comunque presidenti di regione, di provincia, sindaci, consiglieri ai vari livelli degli enti locali, persone presenti a vario titolo, ruolo e responsabilità nelle ex-municipalizzate, nelle asl, Acer, nelle ex-ipab, nelle comunità montane, consorzi di bonifica, università, gestori di servizi pubblici ed altro ancora perché l’elenco non è certo esaustivo e potrebbe continuare a lungo.
Tutti questi sono soggetti appaltanti ( hanno quattrini e danno lavoro), ovvero hanno un potere di indirizzo in materia di sicurezza importantissimo perché con le loro scelte di Statuto, con le loro gare per l’assegnazione dei lavori, con i loro capitolati d’appalto, con il loro successivo potere-dovere di controllo possono decidere della qualità del prodotto finale ( e conseguentemente della qualità del lavoro per le maestranze in fase di esecuzione); in tutti questi meccanismi ci sono persone (donne e uomini) del Partito Democratico, che possono presentare ordini del giorno, proporre, votare e approvare leggi, norme e regolamenti, statuti, principi generali di indirizzo, possono indirizzare in un senso o nell’altro le scelte di strategia generale e politica con ricadute dirette sulla qualità dei servizi per i cittadini-utenti e sulla qualità del lavoro per i cittadini-lavoratori.
In questo contesto credo che sia opportuno agire perché queste persone utilizzino il proprio ruolo istituzionale nel modo migliore possibile operando per affermare in ogni contesto possibile la “qualità del lavoro” come principio fondante di ogni scelta, mettendo il fattore umano sempre e comunque davanti ( e prioritario) rispetto al fattore economico e politico, ovvero si deve affermare l’interesse generale dove a prevalere è LA BUONA POLITICA e non l’OPPORTUNISMO.

Claudio Gandolfi, militante PD Bologna

clgand@libero.it