lunedì 30 giugno 2008

Opposizione senza dialogo

Walter Veltroni: "Paese al collasso, dialogo finito"
Intervista di Massimo Giannini - La Repubblica 29 giugno 2008

ROMA - "L'Italia vive la crisi più drammatica dal dopoguerra in poi. Berlusconi prende in giro i cittadini, e si occupa solo dei suoi affari personali. Ora basta, il dialogo è finito". Walter Veltroni va all'attacco. Se mai è esistito, il "Caw" è archeologia repubblicana. Tra maggioranza e opposizione è guerra aperta. Il leader del Pd denuncia la "crisi devastante in cui versa il Paese", e punta il dito contro il Cavaliere.
Quindi su questo in Parlamento sarà battaglia? ... leggi


Piero Fassino: «Vogliamo una casa riformista più grande»
Intervista di Umberto De Giovannangeli - L'Unità 29 giugno 2008


L’Internazionale Socialista a congresso. Un appuntamento che in Italia viene seguito anche in chiave interna, rispetto alla futura collocazione internazionale del Partito Democratico. «L’Unità» ne discute con Piero Fassino, ministro degli Esteri nel governo-ombra del Pd, che assieme a Massimo D’Alema, Luciano Vecchi e Federica Mogherini farà parte della delegazione che parteciperà ai lavori del XXII Congresso dell’IS che inizierà domani ad Atene. «Saremo ad Atene - anticipa Fassino - per costruire una casa riformista più grande».
In questo Congresso come vivrà l’esperienza del Pd italiano? ... leggi

mercoledì 25 giugno 2008

Lunedì 30 giugno Presidio davanti al Tribunale di Bologna

Il Partito Democratico di Bologna aderisce e invita alla massima partecipazione al presidio promosso dall’Arci di Bologna per lunedì 30 giugno, alle ore 18, davanti al Palazzo di Giustizia (Piazza dei Tribunali, 4), per manifestare la più netta contrarietà alla norma del decreto sicurezza, in discussione in questi giorni in sede parlamentare, che sospende lo svolgimento di molti processi.

Tutti davanti al Tribunale di Bologna
Lunedì 30 giugno
Piazza dei Tribunali, 4 - Bologna
Ore 18

PER SOSPENDERNE UNO SE NE BLOCCANO CENTOMILA

Questo è l'effetto della norma salva-Berlusconi contenuta nel decreto-legge sulla sicurezza approvato martedì scorso dal Senato e ora in discussione alla Camera.
Per bloccare il processo Mills in corso a Milano, nel quale Silvio Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari, vengono sospesi per un anno tutti i processi per fatti commessi fino al 30 giugno 2002, ad esclusione di quelli che si svolgono nei confronti di detenuti per altra causa e per reati puniti con pena più grave.
Nel distretto della Corte di Appello di Bologna, comprendente tutta la regione, si tratta di quasi 20.000 procedimenti davanti al giudice per le indagini preliminari, di quasi 2.000 processi che pendono davanti al Tribunale monocratico e di circa altri 300 davanti al Tribunale in composizione collegiale.
Per effetto di norme collegate molti di questi processi potrebbero non riprendere più, con il risultato che gli autori di reati gravissimi (omicidi colposi a vario titolo, violenza sessuale, estorsione, rapina, corruzione, frode fiscale) rimarrebbero impuniti e alle vittime non verrebbe resa alcuna giustizia.
Il decreto-legge introduce l'aggravante specifica per i reati compiuti da chi si trovi illegalmente sul territorio nazionale che è l'anticamera del reato di immigrazione clandestina, fumo negli occhi per un'opinione pubblica preoccupata dalla criminalità senza con ciò contrastarla in modo più efficace. Il decreto prevede anche la misura demagogica dell'esercito utilizzato per funzioni di ordine pubblico nelle aree metropolitane.
Con il disegno di legge sulle intercettazioni approvato dal Governo il quadro si completa. Ai magistrati verranno rese più difficili le intercettazioni e per i giornalisti che pubblicano le notizie prima dei processi è previsto il carcere.
Per queste ragioni l’Arci invita tutta la cittadinanza a partecipare al presidio di lunedì prossimo alle ore 18 davanti al Tribunale di Bologna, in Piazza dei Tribunali 4 a Bologna.

Arci Bologna

martedì 24 giugno 2008

Assemblea cittadina PD

L'Assemblea Cittadina del Partito Democratico di Bologna è convocata presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR, via Gobetti 101-Bologna (vedi mappa allegata) per

Venerdì 4 luglio p.v. alle ore 17.30

con il seguente O.d.G.:

- quattro anni di governo di Bologna

- il PD verso l'Assemblea Programmatica,

- varie ed eventuali.

I lavori dell’assemblea, che terminerà alle ore 23.00, saranno conclusi dal segretario della Federazione PD di Bologna, Andrea De Maria.

Saranno presenti all’Assemblea il Sindaco del Comune di Bologna, Sergio Cofferati, la Presidente della Provincia, Beatrice Draghetti ed il Presidente della Regione, Vasco Errani.

Coloro che desiderano intervenire possono inviare la richiesta di intervento alla segreteria organizzativa della federazione al n.051/4198201-2 o mail organizzazione@pdbologna.it sino alle ore 17 di mercoledì 2 luglio. Nel caso in cui non potessero essere soddisfatte tutte le richieste d’intervento, si prevede la convocazione di una successiva seduta dell’Assemblea Cittadina in data 5 luglio nella stessa sede.

Si prega comunque di confermare presenza via mail a organizzazione@pdbologna.it o per telefono ai numeri 051-4198201/202.



lunedì 23 giugno 2008

La proposta per la Direzione e odg sull'opposizione al governo

Giovedì 19 luglio 2008, l'Assemblea di q.re PD Savena ha votato la propria proposta per la Direzione Provinciale del partito, la cui approvazione è prevista per il 18-19 luglio nel corso dell'Assemblea provinciale del PD.
I nomi:
Matteo Lepore, Antonio Lovallo, Federico Aramani, Maurizio Ghetti, Marzia Benassi, Luciana Deserti, Carla Falchieri, Tullia Moretto (riserva: Domenico Gentili)

Nella stessa seduta, l'Assemblea ha approvato il seguente odg:

Ordine del Giorno sull’opposizione al governo

Il volto suadente e l’atteggiamento collaborativo della destra andata al governo con le ultime elezioni sono durati “lo spazio di un mattino”.

Gli umori xenofobi e razzisti sono subito emersi con la volontà di considerare reato penale l’immigrazione clandestina.

L’ostilità interessata, specialmente del Primo Ministro, nei confronti della magistratura e della scomoda stampa d’inchiesta è stata prontamente riesumata con il DDL sulle intercettazioni telefoniche.

L’ansia di sterilizzare i processi che coinvolgono il Primo Ministro sta producendo il blocco degli stessi e la riedizione del famigerato “lodo Schifani” sul blocco dei procedimenti che riguardano “le alte cariche dello Stato”.

Il malcelato disinteresse, se non il disprezzo, per i lavoratori dipendenti, coniugato con la smaccata sintonia con i desiderata di Confindustria sta per togliere efficacia alle norme emanate dal governo Prodi tese a porre un freno alle morti bianche causate dalla colpevole inosservanza delle leggi sulla sicurezza nei posti di lavoro, una delle più odiose piaghe che funestano il nostro Paese.

La mai sopita anima autoritaria della destra si sta palesando con la proposta di utilizzare l’esercito in funzione di pubblica sicurezza, neanche fossimo a Bogotà.

In questo quadro, le reiterate e pur comprensibili dichiarazioni di disponibilità al confronto parlamentare e istituzionale hanno rischiato di trasmettere alla cittadinanza una immagine di eccessiva debolezza della nostra attività di opposizione, mentre, nel contempo, riscuotevano sempre maggiore consenso anche nella nostra base le critiche esplicite e senza reticenze dell’Italia dei Valori.

Bene, dunque, che il nostro Segretario Nazionale e i nostri Senatori abbiano cambiato passo e tono nell’opporsi all’ultimo vergognoso provvedimento salva-berlusconi, ma non basta.

Noi riteniamo che il Partito Democratico, a tutti i livelli, debba rapidamente attrezzarsi per mobilitare con ogni mezzo l’opinione pubblica a contrasto della deriva pericolosa per la democrazia che si va delineando fin dalle prime mosse di questo governo, il cui Primo Ministro e la maggioranza parlamentare che lo sostiene hanno solo apparentemente perso il pelo, ma, certamente, non hanno perso il vizio, già ampiamente palesato nella loro precedente esperienza di governo.

Invitiamo pertanto la dirigenza regionale, provinciale, cittadina e territoriale a prendere seriamente in considerazione l’argomento e a assumere tutte le iniziative del caso.

Approvato all’unanimità

NONMIVOGLIORASSEGNARE: FACCIAMO CONTROINFORMAZIONE

In attesa nel PD di decisioni più precise rispetto ai tempi ed ai modi della “grande manifestazione d’autunno”, in attesa di scelte e strategie più chiare sul "nostro" tornare tra e con la “gente” nel territorio, fuori dal Palazzo, credo che intanto ciascuno di noi possa dare il suo piccolo, utile ed importante contributo facendo una operazione di corretta controinformazione, con amici e conoscenti, rispetto alle reali conseguenze degli atti che quotidianamente, con uno stillicidio inquietante, il governo di "centrodesta" sta attivando a suo dire nell'interesse "generale".Ritagliamo articoli dal nostro giornale - l’Unità - facciamone collage e volantini a4 da distribuire nei luoghi frequentati dalla “gente normale”, nei mercatini rionali, alle fermate del bus, al lavoro; scarichiamo materiale da internet ( il sito del PD è ricco di contributi utili) e facciamone file da diffondere come email ai nostri indirizzari e per chi ne ha il tempo, la voglia e la possibilità, stampiamoli e fotocopiamoli per distribuirli nelle cassette postali del nostro condominio, dei vicini, dei conoscenti.
Io da cittadino militante “nonmivogliorassegnare” a questo oblio della “coscienza civile” e credo che a questo punto, visto la gravità della situazione per la nostra “democrazia”, dobbiamo essere noi “gente comune”, noi “popolo delle primarie”, noi che facciamo politica nel tempo libero “per passione” a dare dalla base, dalle strade, dai luoghi di lavoro segnali chiari ai nostri referenti politici e sociali per far capire loro - ora e subito - che è tempo di reagire e di rialzare la testa se vogliamo evitare di restare a vita all’opposizione.
Con il passaparola di ognuno di noi possiamo contrastare l'effetto "anestetico" dell'informazione di "regime".
Claudio Gandolfi

giovedì 19 giugno 2008

MOBILITAZIONE NAZIONALE

dal sito di Liberacittadinanza:

MOBILITAZIONE NAZIONALE
di: Redazione Liberacittadinanza


PREPARIAMOCI A SCENDERE IN PIAZZA.
In difesa dei Principi Costituzionali, per la libertà d'informazione, la Giustizia, i diritti dei cittadini

Tra circa due sattimane quando il DDL Sicurezza con l'emendamento "salva Berlusconi" sarà discusso alla Camera troviamoci tutti (associazioni, movimenti, liberi cittadini) in Piazza Montecitorio per manifestare la nostra ferma opposizione.

Appena sapremo la data la comunicheremo anche su questo sito.

Prepariamo cartelli, striscioni, slogan.

PASSA PAROLA

“LE PICCONATE ALLO STATO SOCIALE” E “LA POSTURA DELL’OPPOSIZIONE”

L’azione di smantellamento che il governo ha iniziato nei confronti del protocollo di luglio è l’ennesima dimostrazione che il Paese si dovrà preparare a cinque anni di “lacrime e sangue” con un governo ed una confindustria che a “braccetto” cercheranno giorno dopo giorno, decreto dopo decreto, in modo subdolo ed in apparenza indolore ( e soprattutto spacciandolo per interesse generale) di fare “tabula rasa” dei diritti di libertà e cittadinanza conquistati in questi 60 anni di storia repubblicana.
Commentando le misure Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, dice che “ Siamo di fronte a scelte sbagliate che abbassano i diritti e danno il solito messaggio per cui si può competere utilizzando solo la leva del costo del lavoro” e conclude il ragionamento affermando che “ È chiara la volontà di colpire il protocollo sul Welfare […….] chi l’ha firmato dovrebbe difenderlo”.
Appunto, sindacati confederali e attuale opposizione di centrosinistra, che lo hanno fortemente voluto, approvato e sottoposto a referendum dei lavoratori, lo dovrebbero difendere. Mi chiedo perché l’uso del “condizionale” da parte di un segretario confederale, mi chiedo perché della mancanza di un “perentorio ed inequivocabile” DOBBIAMO difenderlo ORA E SUBITO da parte almeno di Cgil e Partito Democratico.
Mi chiedo cosa dobbiamo ancora aspettare prima di rialzare la testa come opposizione sociale perché
non mancano certo ora i buoni motivi per mobilitare subito le nostre “truppe”, superando la prudenza attuale.
Smettiamola di parlare di regole, basta scrivere documenti con dichiarazione d’intento bellissime che faticano poi a diventare azione politica concreta, basta parole e passiamo ai fatti se vogliamo evitare di restare a vita all’opposizione.
Io (iscritto Cgil e aderente al PD) sono tra i non rassegnati di cui parla la Ravera oggi e spero come lei che i “girotondini ricomincino a girare in tondo, a sdraiarsi sul selciato, a organizzare la disperazione dei milioni di italiani che non hanno votato Berlusconi”; dobbiamo dare dalla base, dalle strade, dai luoghi di lavoro segnali chiari ai nostri referenti politici e sociali perché “La postura dell’opposizione” mi sembra pericolosamente vicina ai 90°…………..

Claudio Gandolfi

sabato 14 giugno 2008

APPELLO: I 6 MORTI DI MINEO, UN MINUTO DI SILENZIO PER NON DIMENTICARE

In attesa di fatti facciamo almeno seguire alle parole di sdegno un atto simbolico che dia un segnale rispetto alla “volontà” reale di questo Paese di reagire alla mattanza che tutti i giorni avviene nei luoghi di lavoro.
In occasione dei funerali dei 6 operai morti a Mineo si fermi tutto il Paese in un “minuto di silenzio” per non dimenticare: alle finestre di ogni luogo pubblico il tricolore sia listato a lutto, così pure nelle sedi sindacali ed in quelle di confindustria e tutte le altre parti datoriale; fermiamoci tutti per “un minuto” nei luoghi di lavoro, nelle aule del parlamento, nei consigli comunali, provinciali e regionali, fermiamo le automobili ed i bus per “un minuto” solamente perché quella della tutela della salute, sicurezza e dignità delle persone sui luoghi di lavoro è una lotta che non ha colore politico e che ci riguarda tutti indistintamente ; impegniamoci tutti a partire da quel simbolico “minuto” in questa “battaglia di civiltà” perché se facciamo questo Giuseppe Zaccaria, 47 anni; Giovanni Natale Sofia, 37 anni; Giuseppe Palermo, 57; Salvatore Pulici, 37 anni; Salvatore Tumino di 47 anni e Salvatore Smecca 47 anni forse non sono morte inutilmente.
Un ultima cosa infine, facciamo in modo che dopo quel “minuto” non torni l’oblio ed il silenzio politico, sociale e mediatico sul lavoro come fatica e sudore, perché per ridare dignità al lavoro dell’uomo ci vuole l’impegno di tutti perché “la sicurezza sui luoghi di lavoro non si fa ogni tanto, ma tutti i giorni dell'anno”.

Claudio Gandolfi

venerdì 13 giugno 2008

Convocazione Assemblea di quartiere PD Savena

Giovedì 19 giugno, ore 20.30 presso via Dozza 10 è convocata l'Assemblea di quartiere del PD Savena.

O.d.G.
- Indicazione rappresentanti Savena nella Direzione Provinciale
- Prime valutazioni chiusura Festa due Madonne

Tutti i membri eletti nell'Assemblea sono invitati.

DA MILITANTE COSA MI ASPETTO ORA DAL PARTITO DEMOCRATICO

In casa PD il dibattito di questi giorni è stato tutto monopolizzato sul dove siederemo a Strasburgo nel 2009, piuttosto che sull’esigenza politica di un congresso anticipato o sull’impegno di molti delle nostre “teste pensanti” nel dar vita a fondazioni e/o riviste politiche più o meno personali dove elaborare strategie politiche.
Posto che io pensavo ( forse ingenuamente) che a quest’ultimo ruolo fosse destinato appunto il Partito Democratico, da cittadino che dedica buona parte del suo tempo libero alla militanza politica nel partito chiedo ed invito tutti noi ad un atto di responsabilità nei confronti di chi ci ha dato la fiducia con il voto non perdendo altro tempo in assurde discussioni accademiche.
I 10 morti di mercoledì ci hanno costretto tutti immediatamente a tornare alla brusca ed amara realtà quotidiana e questa ci chiede immediatamente di tornare con umiltà per strada, nei luoghi di lavoro, sui bus, nei treni a parlare e soprattutto ascoltare le persone; ripartiamo dai loro che sono anche i “nostri” bisogni e cominciamo a capire da subito dove vogliamo andare e cosa vogliamo fare da grandi.
Smettiamola di parlare di regole, basta scrivere documenti con dichiarazione d’intento bellissime che faticano poi a diventare azione politica concreta, basta parole e passiamo ai fatti anche dai banchi dell’opposizione se vogliamo evitare di restarci a vita.
Non aspettiamo le prossime scadenze elettorali per definire una strategia politica sul territorio; la nostra presenza deve essere costante, capillare (non episodica e legata a scadenze elettorali come è stato sino ad ora) e deve essere un punto di riferimento per i cittadini, evitiamo di essere "cercati" e vediamo di essere noi a "cercare" le persone, ascoltandole con umiltà, individuandone aspettative, problemi ed elaborando risposte credibile, praticabili e sostenibili.
Personalmente al Pd seduto ai banchi dell’opposizione chiedo:1) una chiara, coraggiosa, franca ed inequivocabile scelta di campo tra le esigenze dell’economia di mercato ed i bisogni della gente a vantaggio ovviamente dei secondi che ancora oggi troppo spesso sono marginali nelle scelte politiche;2) coerenza nei fatti rispetto agli impegni scritti e la capacità di assumersi delle responsabilità, schierandosi; 3) una chiara IDENTITA' in cui potersi riconoscere e per la quale abbia un senso battersi e partecipare, per evitare una a volte imbarazzante confusione di ruoli tra maggioranza ed opposizione senza dire chiaramente ed inequivocabilmente da “che parte stiamo”; 4) niente personalismi e gioco di squadra per evitare di farci “fregare” un’altra volta, grazie.

Claudio Gandolfi

giovedì 12 giugno 2008

Festa del'Unità - gli appuntamenti della settimana

Giovedì 12 Ore 21.00
“Il futuro del PD”
Incontro con
Claudio Merighi
(Capogruppo PD Comune Bologna)
Marco Monari
(Capogruppo PD Regione Emilia-Romagna)
presenta
Matteo Festi
(Coordinatore PD Santo Stefano)

Venerdì 13 Ore 21.00
Presentazione del libro
“Vita da trasfertista: di Nando Conti”
Giorgio Tonelli
(Giornalista RAI)
Marino Mazzini
(Segretario FIM Bologna)
Luciano Gamberini
(Imprenditore)
presenta
Domenico Gentili
(Resp. comunicazione PD Savena)

mercoledì 11 giugno 2008

OGGI ALTRI 10 MORTI DI LAVORO, INTANTO FERMIAMO L’IPOCRISIA

Dopo settimane di "oblio" per domani la prima pagina è garantita, per questo ci sono voluti però 10 morti di lavoro in un sol giorno perché il Paese “riscoprisse” che in Italia, una “Repubblica fondata sul lavoro”, tutti i giorni nei luoghi di lavoro si combatte una guerra che sino ad oggi ha lasciato sul terreno 468 persone.
Ora tutti si stracciano le vesti e dicono che questa è “un’emergenza nazionale”; non è la prima volta che succede e da cittadino mi chiedo perché tutto questo sia avvenuto solo davanti ad un fatto così eclatante ( l’ennesima mattanza) da non poter essere taciuto, come se le altre 459 persone morte prima di lavoro avessero forse meno dignità. Senso di colpa collettivo? Ipocrisia?
E che dire del silenzio degli imprenditori che sanno solo lamentarsi: o dei propri dipendenti perché lavorano poco, che hanno una bassa produttività, che hanno una “salute cagionevole”; o del costo del lavoro troppo alto e che molti di Loro pensano bene di limitare scaricando i tagli “necessari” sulla sicurezza e sulla prevenzione. Mai nulla da dire, mai nulla da recriminarsi in prima persona? Le colpe sono sempre di altri, del fato, della disattenzione del lavoratore? La loro “responsabilità sociale” è solo un bel principio con cui lavarsi la bocca davanti alle telecamere e condiviso a parole da tutti, ma nei fatti esercitato da pochi: PERCHE’?
Politici, giornalisti e soprattutto imprenditori iniziate subito a darci delle risposte con i fatti, perché siamo stanchi di parole di sdegno, di “vagonate” medianiche di ipocrisia, perché noi lavoratori siamo stanchi di sacrifici economici, sociali, “umani” a senso unico; ora tocca ad altri pagare per le proprie responsabilità e colpe, noi abbiamo già dato: per l’esattezza nel 2007 1045 morti, 1045672 infortuni e 26141 invalidi.
SE TUTTO QUESTO VI SEMBRA ANCORA POCO in una Repubblica "fondata sul lavoro", abbiate almeno la cortesia di farcelo sapere, grazie!!!!

Claudio Gandolfi

martedì 10 giugno 2008

DOVE SIEDERA’ IL PD A STRASBURGO ORA E‘ L’ULTIMO DEI PROBLEMI

Formalmente siamo un partito unico ma le diverse anime che hanno dato vita al Partito Democratico continuano a coltivare l’orticello di casa, a parole tutti sono disponibili a fare sintesi politica ma nei fatti ognuno ragiona per interesse di parte e gli argomenti che possono portare allo scontro continuano a non essere affrontati rinviandoli “sine die” nella vana speranza che si risolvano da soli o che semplicemente vengano dimenticati per strada; in questo senso quello della collocazione nel Parlamento europeo ne è solo il più recente ma non ultimo - temo - esempio.
Da militante francamente lo trovo un falso problema, pensiamo piuttosto a quello a cui ci sta preparando il nuovo governo con la forza del voto, del consenso e dei media: pensiamo alle misure contro gli stranieri, pensiamo alla volontà di bloccare le intercettazioni telefoniche, pensiamo alle misure che vogliono destrutturate completamente la contrattazione collettiva ed il mondo del lavoro dipendente, pensiamo al fascismo che si sente legittimato nel suo orgoglio e nella sua violenza non solo verbale; davanti a tutto questo ed altro ancora, davanti al fatto che ci aspettano 5 anni di “lacrime e sangue” quello di sapere dove ci siederemo a Strasburgo nel 2009 lo trovo l’ultimo degli argomenti da trattare nella nostra agenda politica delle priorità.
In questo momento penso sia importante per il nostro futuro politico e per il bene del Paese e della nostra sempre più fragile democrazia dire chiaramente dove sediamo “ora” al parlamento italiano, se vogliamo essere veramente un partito nuovo e unico, ovvero se siamo pronti e convinti ad una seria opposizione per contrastare una maggioranza intenzionata a fare tabula rasa dei diritti. Dobbiamo prepararci a ribattere colpo su colpo sapendo che a nostra disposizione abbiamo pochi strumenti e non possiamo buttare alle ortiche l’entusiasmo e la voglia di partecipare del 14 ottobre.
L’unità e la voglia di cambiare il Paese che hanno caratterizzato quei bellissimi giorni dello scorso autunno sembrano lontani “anni luce”, continuando di questo passo penso che il problema non si porrà perchè semplicemente il Partito Democratico alle europee non ci arriverà; se è questo che volete dal chiuso del “palazzo” ditecelo chiaramente perché noi che dalla strada dedichiamo alla politica il nostro tempo libero potremmo anche decidere di fare altro del nostro “volontariato”.
Il messaggio è chiaro e perentorio, ovvero “siamo stanchi di essere contati senza poter contare”, grazie.

Claudio Gandolfi

sabato 7 giugno 2008

IL PARTITO DEL RANCORE

Unità, del 07 Giugno 2008

IL PARTITO DEL RANCORE

Editoriale di Antonio Padellaro
A Torino, Augusta Montaruli, 24 anni, studentessa di legge e dirigente di An-Azione Giovani viene affrontata da un gruppetto di autonomi e cacciata dall’università al grido di: «fascista, non puoi fare l’esame». A Mestre, per il quarto giorno consecutivo gli attivisti della Lega protestano e minacciano contro la costruzione di un campo nomadi per i Sinti approvata dal Comune. Più che lo schema desueto degli opposti estremismi i due episodi indicano la crescita progressiva di una febbre rabbiosa e belluina, sintomo di un risentimento diffuso e senza controllo. Inutile dire che alla studentessa Montaruli, a cui i violenti di sinistra e fascisti dentro hanno anche dedicato il fumetto: «premi con forza la faccia dell’Augusta per capire che pensa», va tutta la nostra piena solidarietà. Così come ai nostri concittadini Sinti a cui le eroiche camice verdi vorrebbero negare perfino la presenza fisica sull’incontaminata terra padana. Del padanissimo ministro dell’Interno della Repubblica Italiana, Roberto Maroni, subito accanto ai compagni leghisti per offrire conforto e sostegno ci occuperemo tra un momento. Non prima di aver segnalato la vera novità “politica” che da Torino a Mestre a Roma a Napoli s’avanza tra aggressioni e intolleranza e ingrossa ogni giorno le sue file con le più svariate motivazioni.Il partito del rancore.
È una scena confusa, eccitata, dentro la quale vanno distinti ruoli e personaggi. Agitatori e picchiatori ne sono le avanguardie talvolta inconsapevoli; gli “utili idioti” come un tempo si diceva da usare e poi gettare. Nel mezzo ci sono gli attuali governanti.
Hanno stravinto le elezioni cavalcando qualsiasi protesta. Trasformando il problema della sicurezza in un’ossessione infinita. Descrivendo gli immigrati come una sorta di nemico interno, gentaglia per lo più dedita al crimine e agli stupri. E tra gli ultimi sono andati a scovare quelli nascosti in fondo alla fila, i rom, esponendoli alla canea xenofoba e a forme persecutorie di controllo che stanno suscitando l’indignazione dell’Europa civile.
Solo che adesso gli apprendisti stregoni della destra, gonfi di voti e di potere, cominciano ad avere qualche problema con le forze irrazionali imprudentemente scatenate. In tutte le nazioni ci sono cose che non funzionano e proteste accompagnate da forme di ribellismo. Ma lì la politica sa esercitare la sua funzione primaria che è quella di mediare, ricomporre e sanzionare se necessario. Non quella di sobillare e di soffiare sul fuoco. In un paese malandato come il nostro il malcontento ha solo l’imbarazzo della scelta e se lasciato libero di imperversare prima o poi rompe gli argini.
Dal nord insofferente per questioni di pelle, ai padri di famiglia giustizieri modello Pigneto, alle genti del sud esasperate dai rifiuti debordanti e dalle discariche incombenti il partito del rancore miete consensi da destra a sinistra, da Mussolini al “Che”, trasversale e aggressivo. Se non fosse che se l’è cercata faceva una certa pena osservare Maroni che nei tg della sera prometteva la chiusura implacabile dei campi nomadi abusivi. Come se, caro ministro, qualche roulotte zingara di meno bastasse a saldare i conti con la paranoia di massa che adesso pretende le espulsioni di massa o la galera di massa. Che non avrà perché, come ha ammesso lo stesso premier Berlusconi, è assurdo prendere 700mila clandestini e spedirli a casa o in una cella.
Si estende il partito del rancore alimentato dalla cattiva stampa dei due pesi e delle due misure. Paginate per giorni e giorni quando lo stupratore è rumeno. Una pacata notizia all’interno se un italiano violenta una bambina marocchina mettendola incinta. E di pari passo con l’insofferenza si allenta l’attenzione per i diritti di ciascuno e di tutti. In televisione («AnnoZero») chi osa denunciare la palese incostituzionalità delle nuove norme sulla sicurezza viene platealmente zittito come un importuno.
Mentre da una poltrona di sinistra (e in svariati cda) si osserva che con le garanzie democratiche non si elimina certo la spazzatura.
È la memoria corta del nuovo qualunquismo imperante che finge di non sapere quali somme colossali di pubblico denaro sono state versate alle imprese della modernità e dell’efficienza per ottenere lo sfacelo campano. Ma forse era quello che voleva intendere il presidente Napolitano quando ha parlato di degrado civile.

venerdì 6 giugno 2008

"Sindaco di Bologna o di Romilia?"

«Non ho ancora capito se pensa di fare il sindaco di Bologna o di Romilia». Il segretario regionale del Pd Salvatore Caronna parla del ciclone Alfredo Cazzola, il patron rossoblù che dopo aver portato in A la squadra di calcio e dopo essersi tolto più di un sassolino dalle scarpe nei confronti del sindaco Sergio Cofferati assente il giorno della promozione, ora dice di pensare seriamente a candidarsi come primo cittadino e irrompe sulla scena politica.
All Festa delle due Madonne il dibattito è saltato per il maltempo e anche per l´improvviso forfait del ministro ombra Pierluigi Bersani trattenuto a Roma dall´affaire Alitalia. Caronna, che preferirebbe evitare commenti, vorrebbe approfittarne per dribblare il tema del giorno, la rotta di collisione tra calcio e politica. Ma finisce per cedere al pressing del cronista che chiede se la mossa del patron rossoblù non abbia spiazzato il centrosinistra bolognese.
E´ più sorpreso o preoccupato, Caronna, dalla comparsa di un nome nuovo sulla scena politica bolognese?
«Che Cazzola aspirasse a entrare in politica si sussurra da tempo. Non mi sembra una novità né un grande evento». Al netto della sorpresa, resta la preoccupazione? «La curiosità, semmai. Non sono ancora chiari i progetti, le intenzioni e gli interessi che si intende rappresentare. Non è chiaro, se mi passa la battuta, se si candida a fare il sindaco di Bologna o di Romilia».
In ogni caso un candidato insidioso, non crede?
«Noi guardiamo tutti con rispetto. Senza supponenza nei confronti di nessuno. Valuteremo i fatti e le scelte. Senza atteggiamenti precostituiti».
Non considera un errore quello di Cofferati che non è andato allo stadio il giorno della promozione in serie A?
«Mi pare che l´intera faccenda sia stata derubricata dai fatti».
Sarebbe a dire?
«E´ stata presa la palla al balzo per promuovere un´offensiva che non è, da quello che capisco, solo nei confronti di Cofferati, ma anche della Provincia e, credo, della Regione. E´ stata colta l´occasione per trasformare un evento festoso di tutta la comunità in un progetto con altri fini». Vuol dire che le critiche erano strumentali? Cofferati non c´era davvero.
«Quali siano gli scopi reali lo valuteremo quando saranno chiari gli obiettivi. Un fatto però è certo: si è voluto trasformare una festa del calcio in un´altra cosa».
Non le pare esagerato?
«La mia è una semplice osservazione: si è discusso e si sta discutendo più del candidato che della serie A. Mi pare sproporzionato. Se uno è interessato alla festa per il ritorno nella massima serie della squadra di calcio della città non spende tre quarti delle proprie interviste in dichiarazioni contro le istituzioni. Questo sì, mi pare un po´ eccessivo. Mi fermo qui, però. Semmai ne riparliamo quando le intenzioni del presidente del Bologna saranno più chiare».
(06 giugno 2008 - La Repubblica)

giovedì 5 giugno 2008

L'intervista a Cofferati alla nostra Festa

Tour nei quartieri, partecipazione, sicurezza, infrastrutture, Feste de l’Unità, futura maggioranza e primarie. Tocca un’ampia rosa di temi l’intervista al sindaco Sergio Cofferati condotta da Olivio Romanini, giornalista del Corriere della Sera di Bologna, nella serata del 4 aprile alla Festa de l’Unità cittadina delle Due Madonne. Serata piovosa dall’aria piuttosto fresca che però raccoglie almeno duecento persone, quasi la metà in piedi, in uno degli stand della Festa dei tre Quartieri, Savena, S. Stefano e S. Vitale. C’è molta attesa, c’è curiosità della gente per questa prima uscita pubblica del sindaco dall’annuncio della sua disponibilità a ricandidarsi. Cofferati lo sa e non si sottrae, nemmeno alle critiche più puntuali. Risponde argomentando a fondo per non lasciare dubbi sulla determinazione della propria scelta e, di fatto, incassa un credito positivo con la base del partito...continua