L'8 febbraio 2008, l'Assemblea dei delegati del PD del Quartiere Savena ha eletto all'unanimità Matteo Lepore Coordinatore del PD di Savena. Matteo Lepore ha 27 anni e lavora come project manager e consulente per l'internazionalizzazione. Dal 2004 è Vicepresidente del Quartiere Savena.Sintesi dell'intervento di Matteo, all'Assemblea di quartiere: "A migliaia di km di distanza da noi, dopo 7 anni di presidenza Bush, democratici e repubblicani si sfidano e la parola più pronunciata nei discorsi dei candidati, dall’una e dall’altra parte è: Change – cambiamento. “Yes we can” è lo slogan più conosciuto di Barack Obama. Perché il suo richiamo retorico all’unità del paese e al cambiamento sta funzionando in America? Perché le persone, gli individui vogliono il cambiamento? Probabilmente, per dire basta alla crisi economica che colpisce le fasce più deboli della popolazione senza assistenza, per ridare speranza e opportunità a milioni di lavoratori precari e mal pagati, per dare voce alle comunità escluse dal grande sogno americano. Se ci spostiamo in altri emisferi, assistiamo ad una altro tipo di cambiamento. Paesi che galoppano sostenendo la crescita mondiale, attraversati da straordinari processi di trasformazione economica e sociale: Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e Turchia. Dall’89 ad oggi, sappiamo che il mondo ha preso a corre in modo forsennato. Sono nate nuove economie, si sono moltiplicate le guerre regionali, si è frammentato il quadro geo-politico, sono nate centinaia di nuove metropoli nel mondo. Il mondo è preso dalla grande sfida della competizione globale, dello sviluppo sostabile, dalla minaccia presente del cambiamento climatico. Fenomeni a cui non si può sfuggire e che ci richiamano il valore di una parola chiave: Responsabilità, sociale ed individuale. Tali fenomeni sfidano il nostro vecchio continente a definire una strategia europea alla globalizzazione, ma soprattutto sfidano gli stati e le politiche nazionali a credere nel progetto dell’Europa, ad assumersi non il rischio, ma la responsabilità dell’innovazione. Ad esempio, per una maggiore produttività senza rompere con la giustizia sociale. Chiediamoci quali siano i grandi vettori del cambiamento. Senza dubbio un vettore importante è rappresentato dalle nuove generazioni. Un investimento nelle nuove generazioni rappresenta la prima grande opera infrastrutturale che ogni paese moderno dovrebbe avviare. Non esistono grandi imprese multinazionali, competitive sul mercato, che non investano in giovani risorse umane di alto profilo. Non esistono paesi competitivi, allo stesso tempo con un futuro, che non perseguano un investimento strutturale sulle nuove generazioni o siano trascinati da esse. Pensiamo ai giovani ingegneri indiani, alle masse di ricercatori catalizzati dalle ricche borse di studio americane, alla fuga giovani laureati africani verso l’Inghilterra o la Francia, alla diffusione di internet e delle nuove tecnologie tra i giovani del Medio Oriente. A mio avviso, per l’Italia non esistono altre strade: il cambiamento e i giovani. Forse oggi, lo si è capito, o meglio, abbiamo tutti i campanelli d’allarme accesi: il sistema politico italiano e bloccato, frammentato e incapace di proporre un progetto per il paese o almeno un quadro istituzionale efficiente; soffia il vento dell’antipolitica e dell’astensionismo; l'Italia è bloccata dalla gerontocrazia e da una spartizione improduttiva delle risorse tra caste varie, partiti e criminalità. In questo scenario si vota il 13 e 14 aprile. Coerentemente con le cose dette, se dovessi indicare alcune parole chiave per la campagna elettorale dei Democratici direi: innovazione, speranza, merito, bene comune. Con il Partito Democratico abbiamo chiesto agli italiani di inaugurare Una Nuova Stagione. Abbiamo chiesto a gli italiani una riscossa civile e morale e avviato una dinamica che, spero, avremo il coraggio di portare fino in fondo. Abbiamo governato un anno e mezzo, riducendo il debito e mettendo il paese in grado di ridistribuire e riattivare lo sviluppo. Abbiamo retto e tenuto duro per fare le riforme, mentre mezza politica italiana scioglieva la tela di Penelope nel corso della notte. Quando non è stato più possibile portare avanti il nostro progetto, siamo venuti via in modo coerente e chiaro. Noi abbiamo aperto una Nuova Stagione. Noi abbiamo portato nel dibattito politico recente termini come: obbiettivi comuni per un paese, riforme istituzionali condivise, diritti dei consumatori, liberalizzazioni, rilancio dei salari. Noi abbiamo avviato una nuova stagione della rappresentanza politica: con le primarie, con lo stop ai compromessi che non portano a niente per il paese. Noi abbiamo unito nel PD culture politiche differenti, dimostrando che: si può provenire da storie diverse ma costruire progetti condivisi; ci si può confrontare democraticamente per poi decidere; si possono unire le persone per un progetto dedicato al bene comune. In molti luoghi del mondo, in un modo più o meno drammatico, una delle sfide del nuovo millennio è la convivenza pacifica tra identità differenti, nell’affermazione di valori diversi e conflittuali. Noi crediamo che cambiare questa prospettiva sia possibile, propriamente “sostituendo il sentimento della paura con il fascino della scoperta”, in uno slogan di Barak Obama. Credo che noi abbiamo le carte in regola per avere fiducia. Perché comunque vada, noi avremo rotto con il passato e costretto anche gli altri a confrontarsi con il nuovo. Sta a noi non fermarci.
Per quanto riguarda il nostro territorio, intendiamo avanzare una proposta per la fondazione del Partito democratico di quartiere. Siamo convinti che tale impegno dovrà essere indirizzato a costruire una casa comune ed uno strumento di partecipazione, il migliore possibile, a servizio dei cittadini elettori e degli aderenti. Per questo, con alcuni amici,ho scritto il documento che è stato distribuito e che nelle prossime settimane, da una dichiarazione di intenti, trasformeremo in un nuova modalità organizzativa.Alla base c’è la volontà di innovare gli strumenti di comunicazione e coinvolgimento, permettendo realmente l’accesso ad un vasto numero di persone che possano dedicare anche solo “5 minuti” al giorno alla politica, provenienti dal mondo del lavoro e delle professioni. Il partito che vogliamo è tre cose insieme: un luogo dove si riflette sui problemi e si lavora per proporre soluzioni; un laboratorio in cui crescere un "gruppo dirigente" fondato non sul privilegio o sull’appartenenza ad una casta, ma sulla circolazione dei talenti e il succedersi delle generazioni; una grande occasione di raccolta di quello che la gente pensa. Affinchè ciò sia realmente possibile, i circoli del PD dovranno svilupparsi con una forte identità politico-organizzativa. Tenendo conto degli aspetti positivi e negativi delle precedenti strutture di partito, riteniamo sia questo il momento di compiere scelte nuove. Ad esempio mettendo il Coordinamento di quartiere a servizio dell’attività politica dei circoli e non viceversa. In questo senso intendiamo definire i ruoli dell’Esecutivo di Quartiere che mi affiancherà nel ruolo di segretario. Ritengo fondamentale che nei circoli e tra i circoli si formino gruppi di lavoro tematici. Il primo grande impegno sarà ovviamente la campagna elettorale, in merito alla quale è mia intenzione promuovere un’assemblea generale dei comitati di circolo entro il mese di febbraio. Come sapete, a Savena hanno partecipato più di 800 persone alle ultime nostre elezioni interne, quasi 9000 alle primarie. Un patrimonio di risorse umane ed una responsabilità davvero alta. Presentando questa nostra dichiarazione di intenti, vi chiedo di condividere un percorso ed un obbiettivo: contribuire in prima persona, con spirito di servizio ed entusiasmo alla costruzione del Partito democratico. Un partito di persone coraggiose, pronte a mettere in discussione qualche certezza acquisita o rinunciare a qualcosa, se questo significa creare un’opportunità per il futuro, un mondo migliore per chi verrà dopo di noi. Grazie a voi tutti sin da ora".
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