venerdì 29 febbraio 2008

5 marzo - Incontro con Walter Vitali e Augusto Barbera


Mercoledì 5 marzo, alle ore 20:30,
presso il Centro civico di via Faenza 4, il PD di Savena invita i cittadini ad un incontro con il senatore Walter Vitali e il professor Augusto Barbera.

L'iniziativa sarà l'occasione per presentare i 12 punti per l'Italia di Walter Veltroni e il rendiconto dell'attività svolta in Senato dal gruppo del Partito Democratico. A Vitali è stato recentemente richiesto dal Comitato di Coordinamento del
Partito Democratico di Bologna di predisporre una proposta di indicazioni programmatiche per Bologna, che rappresenti anche la "traduzione" per il nostro territorio del programma nazionale. Le proposte saranno tradotte in specifici disegni di legge o altri atti di governo. Tutti i candidati bolognesi del PD, che parteciperanno all'elaborazione del programma, si impegneranno durante la campagna elettorale a promuoverne l'approvazione fin dall'inizio della prossima legislatura.

www.waltervitali.it

Vi ricordiamo, che chiunque fosse interessato a partecipare alla campagna elettorale del Partito democratico può scriverci a savenaperilpd@gmail.com

mercoledì 27 febbraio 2008

Il programma di Governo del Pd

“Il programma del Pd è ambizioso e realistico e si pone l'obiettivo di cambiare il Paese”. Con queste parole Walter Veltroni, segretario e candidato premier del Pd, ha presentato alla stampa il programma di governo del Partito democratico. “Siamo la prima forza politica – ha detto – ad illustrare il programma. Lo considero un dovere da parte di una forza politica come la nostra che si propone di segnare una profonda innovazione persino nel presentare i propri doveri agli elettori”. Un programma che non è fatto di “annunci e promesse, ma anche di coperture finanziarie e speranze di innovazione”.

Il programma completo e le slide per una presentazione sintetica

il cannocchiale

martedì 26 febbraio 2008

Cosa sta succedendo nella Chiesa Cattolica?


Leggete i due articoli che ho allegato, comparsi in questi giorni su Il Giornale e su Repubblica, che riprende una notizia data dal giornale brasiliano Estado de Sao Paulo.
Il primo riporta le posizioni del nuovo presidente della Conferenza Episcopale tedesca sul celibato dei preti e sulle unioni gay.
Il secondo riporta la richiesta dei 430 delegati dei 18.685 preti brasiliani di trovare "alternative al celibato obbligatorio". La richiesta e' rivolta alla Sacra Congregazione del Clero di Roma, che e' presieduta dal cardinale Claudio Hummes, ex arcivescovo di San Paulo do Brasil.
Mi pare che nella Chiesa Cattolica si stia aprendo un dibattito estremamente interessante, anche per il peso dei due paesi nella Chiesa.

Cosa ne pensate?

Stefano Raffa

mercoledì 20 febbraio 2008

Consultazioni sulle candidature del PD

Il Segretario del PD di Bologna, Andrea De Maria, ci ha comunicato che nella riunione fra il Segretario nazionale ed i Segretari regionali del Partito, svoltasi ieri, è stata decisa una forte accelerazione dei tempi di definizione delle liste delle candidate e dei candidati per le elezioni politiche del 13 e 14 aprile, per chiudere definitivamente il quadro a livello nazionale, ai primi di marzo, anticipatamente rispetto alle altre forze politiche.

Per queste ragioni, nei giorni di sabato 23, domenica 24 e lunedì 25 febbraio i circoli sono invitati a riunirsi, in assemblee aperte ai fondatori ed alle fondatrici, per proporre rose di nomi di candidate e candidati, per la definizione delle liste, affidata alla valutazione dei gruppi dirigenti nazionali e regionali.

Le assemblee dei circoli:
Circolo Fossolo: Domenica 24 ore 15:30, sede Circolo presso Casa del Parco via Dozza 10
Circolo Pontevecchio: Lunedì 25 ore 20:30, sede Circolo via Ortolani 14/a
Circolo San Ruffillo:
Lunedì 25 ore 20:30, sede Circolo via Toscana 120
Circolo Mazzini: Lunedì 25 ore 20:30, sede Circolo presso Arci Benassi viale Cavina 6

Il regolamento nazionale

martedì 19 febbraio 2008

Assemblea generale Comitati dei circoli di Savena

Venerdì 22 febbraio, ore 20:30 presso il Centro civico di via Faenza 4
ASSEMBLEA GENERALE
Comitati di Circolo
del PD del quartiere Savena

Tutti i componenti dei Comitati di circolo San Ruffillo, Pontevecchio, Fossolo e Mazzini sono inviatati a partecipare all'Assemblea. In questa occasione, verrà avanzata una proposta organizzativa per i gruppi di lavoro tematici dei circoli e si affronterà una prima discussione sulla campagna elettorale. Il 22 feb. sarà presentato anche il regolamento per lo svolgimento delle cosultazioni/primarie per la selezione dei candidati alle elezioni del prossimo 13-14 aprile.

Per informazioni: savenaperilpd@gmail.com

LE DATE DEL TOUR DI VELTRONI NELLE 110 PROVINCE

il Viaggio lungo la penisola è iniziato,Veltroni sarà a Bologna giovedì 6 marzo.

Le tappe del tour di Veltroni nelle 110 province:
FEBBRAIO
17: Pescara.
18: Chieti, Teramo, L’Aquila.
19: Campobasso, Isernia.
21: Barletta, Trani, Foggia.
22: Modena.
23: Rimini.
25: Ascoli Piceno, Macerata.
26: Ancona, Pesaro.
29: Perugia, Arezzo, Siena.
MARZO
1: Firenze, Prato, Pistoia.
2: Lucca, Pisa, Massa Carrara.
4: Genova, La Spezia.
5: Parma, Reggio Emilia.
6: Bologna, Forlì.
7: Ravenna, Rovigo.
8: Venezia, Treviso.
9: Udine, Gorizia.
10: Pordenone, Trieste.
11: Padova.
12: Verona, Bolzano.
13: Mantova, Bergamo.
14: Sondrio, Lugano (Ch).
15: Como, Milano.
16: Varese.
17: Vercelli, Aosta.
18: Torino, Alessandria.
19: Cuneo, Imperia, Savona.
20: Pavia, Lodi, Piacenza.
25: Palermo, Trapani, Agrigento.
26: Enna, Caltanisetta, Ragusa.
27: Siracusa, Catania, Messina.
28: Reggio Calabria, Vibo Valentia, Catanzaro.
29: Brescia.
30: Salerno, Avellino, Benevento.
31: Napoli, Caserta.
APRILE
1: Frosinone, Latina.
2: Olbia, Sassari, Nuoro.
3: Oristano, Cagliari.
4: Viterbo, Terni, Rieti.
5: Grosseto, Livorno.
6: Bari, Lecce.
7: Taranto, Matera, Potenza.
8: Crotone, Cosenza.
10: Milano.
11: Roma.
12: Riposo
13: Si vota
14: Si vota
15: SI FESTEGGIA LA VITTORIA !!!!!!!!

lunedì 18 febbraio 2008

Il programma di Veltroni per l'Italia

Sabato 16 febbraio Walter Veltroni, segretario del Pd, ha presentato all'Assemblea Costituente dodici punti programmatici. Sono alcune delle nostre idee per cambiare il Paese, e riportarlo sul cammino dell'innovazione.

12 punti per l'Italia
  1. Modernizzare l’Italia
  2. Crescita del Mezzogiorno, crescita dell’Italia
  3. Controllo della spesa pubblica
  4. Pagare meno, pagare tutti
  5. Investire sul lavoro delle donne
  6. Aumentare il numero di case in affitto
  7. Incremento demografico
  8. Scuola, Università e Ricerca
  9. Loltta alla precarietà, miglior qualità del lavoro e più sicurezza, un diritto fondamentale della persona umana
  10. Garantire la Sicurezza
  11. Giustizia e legalità
  12. Banda larga in tutta Italia e TV di qualità

sabato 16 febbraio 2008

Andrea De Maria eletto segretario del PD di Bologna

Andrea De Maria è stato eletto segretario del PD di Bologna con il 92,3% dei consensi. Questo il risultato scaturito dall'Assemblea provinciale del PD di Bologna tenutasi venerdì 15 febbraio al Parco Nord. L'affluenza al voto dei delegati aventi diritto si è attestata all'88%.

martedì 12 febbraio 2008

Matteo Lepore è il nuovo Coordinatore del PD di Savena

L'8 febbraio 2008, l'Assemblea dei delegati del PD del Quartiere Savena ha eletto all'unanimità Matteo Lepore Coordinatore del PD di Savena. Matteo Lepore ha 27 anni e lavora come project manager e consulente per l'internazionalizzazione. Dal 2004 è Vicepresidente del Quartiere Savena.

Sintesi dell'intervento di Matteo, all'Assemblea di quartiere:

"A migliaia di km di distanza da noi, dopo 7 anni di presidenza Bush, democratici e repubblicani si sfidano e la parola più pronunciata nei discorsi dei candidati, dall’una e dall’altra parte è: Change – cambiamento. “Yes we can” è lo slogan più conosciuto di Barack Obama. Perché il suo richiamo retorico all’unità del paese e al cambiamento sta funzionando in America? Perché le persone, gli individui vogliono il cambiamento? Probabilmente, per dire basta alla crisi economica che colpisce le fasce più deboli della popolazione senza assistenza, per ridare speranza e opportunità a milioni di lavoratori precari e mal pagati, per dare voce alle comunità escluse dal grande sogno americano. Se ci spostiamo in altri emisferi, assistiamo ad una altro tipo di cambiamento. Paesi che galoppano sostenendo la crescita mondiale, attraversati da straordinari processi di trasformazione economica e sociale: Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e Turchia. Dall’89 ad oggi, sappiamo che il mondo ha preso a corre in modo forsennato. Sono nate nuove economie, si sono moltiplicate le guerre regionali, si è frammentato il quadro geo-politico, sono nate centinaia di nuove metropoli nel mondo. Il mondo è preso dalla grande sfida della competizione globale, dello sviluppo sostabile, dalla minaccia presente del cambiamento climatico. Fenomeni a cui non si può sfuggire e che ci richiamano il valore di una parola chiave: Responsabilità, sociale ed individuale. Tali fenomeni sfidano il nostro vecchio continente a definire una strategia europea alla globalizzazione, ma soprattutto sfidano gli stati e le politiche nazionali a credere nel progetto dell’Europa, ad assumersi non il rischio, ma la responsabilità dell’innovazione. Ad esempio, per una maggiore produttività senza rompere con la giustizia sociale. Chiediamoci quali siano i grandi vettori del cambiamento. Senza dubbio un vettore importante è rappresentato dalle nuove generazioni. Un investimento nelle nuove generazioni rappresenta la prima grande opera infrastrutturale che ogni paese moderno dovrebbe avviare. Non esistono grandi imprese multinazionali, competitive sul mercato, che non investano in giovani risorse umane di alto profilo. Non esistono paesi competitivi, allo stesso tempo con un futuro, che non perseguano un investimento strutturale sulle nuove generazioni o siano trascinati da esse. Pensiamo ai giovani ingegneri indiani, alle masse di ricercatori catalizzati dalle ricche borse di studio americane, alla fuga giovani laureati africani verso l’Inghilterra o la Francia, alla diffusione di internet e delle nuove tecnologie tra i giovani del Medio Oriente. A mio avviso, per l’Italia non esistono altre strade: il cambiamento e i giovani. Forse oggi, lo si è capito, o meglio, abbiamo tutti i campanelli d’allarme accesi: il sistema politico italiano e bloccato, frammentato e incapace di proporre un progetto per il paese o almeno un quadro istituzionale efficiente; soffia il vento dell’antipolitica e dell’astensionismo; l'Italia è bloccata dalla gerontocrazia e da una spartizione improduttiva delle risorse tra caste varie, partiti e criminalità. In questo scenario si vota il 13 e 14 aprile. Coerentemente con le cose dette, se dovessi indicare alcune parole chiave per la campagna elettorale dei Democratici direi: innovazione, speranza, merito, bene comune. Con il Partito Democratico abbiamo chiesto agli italiani di inaugurare Una Nuova Stagione. Abbiamo chiesto a gli italiani una riscossa civile e morale e avviato una dinamica che, spero, avremo il coraggio di portare fino in fondo. Abbiamo governato un anno e mezzo, riducendo il debito e mettendo il paese in grado di ridistribuire e riattivare lo sviluppo. Abbiamo retto e tenuto duro per fare le riforme, mentre mezza politica italiana scioglieva la tela di Penelope nel corso della notte. Quando non è stato più possibile portare avanti il nostro progetto, siamo venuti via in modo coerente e chiaro. Noi abbiamo aperto una Nuova Stagione. Noi abbiamo portato nel dibattito politico recente termini come: obbiettivi comuni per un paese, riforme istituzionali condivise, diritti dei consumatori, liberalizzazioni, rilancio dei salari. Noi abbiamo avviato una nuova stagione della rappresentanza politica: con le primarie, con lo stop ai compromessi che non portano a niente per il paese. Noi abbiamo unito nel PD culture politiche differenti, dimostrando che: si può provenire da storie diverse ma costruire progetti condivisi; ci si può confrontare democraticamente per poi decidere; si possono unire le persone per un progetto dedicato al bene comune. In molti luoghi del mondo, in un modo più o meno drammatico, una delle sfide del nuovo millennio è la convivenza pacifica tra identità differenti, nell’affermazione di valori diversi e conflittuali. Noi crediamo che cambiare questa prospettiva sia possibile, propriamente “sostituendo il sentimento della paura con il fascino della scoperta”, in uno slogan di Barak Obama. Credo che noi abbiamo le carte in regola per avere fiducia. Perché comunque vada, noi avremo rotto con il passato e costretto anche gli altri a confrontarsi con il nuovo. Sta a noi non fermarci.

Per quanto riguarda il nostro territorio, intendiamo avanzare una proposta per la fondazione del Partito democratico di quartiere. Siamo convinti che tale impegno dovrà essere indirizzato a costruire una casa comune ed uno strumento di partecipazione, il migliore possibile, a servizio dei cittadini elettori e degli aderenti. Per questo, con alcuni amici,ho scritto il documento che è stato distribuito e che nelle prossime settimane, da una dichiarazione di intenti, trasformeremo in un nuova modalità organizzativa.Alla base c’è la volontà di innovare gli strumenti di comunicazione e coinvolgimento, permettendo realmente l’accesso ad un vasto numero di persone che possano dedicare anche solo “5 minuti” al giorno alla politica, provenienti dal mondo del lavoro e delle professioni. Il partito che vogliamo è tre cose insieme: un luogo dove si riflette sui problemi e si lavora per proporre soluzioni; un laboratorio in cui crescere un "gruppo dirigente" fondato non sul privilegio o sull’appartenenza ad una casta, ma sulla circolazione dei talenti e il succedersi delle generazioni; una grande occasione di raccolta di quello che la gente pensa. Affinchè ciò sia realmente possibile, i circoli del PD dovranno svilupparsi con una forte identità politico-organizzativa. Tenendo conto degli aspetti positivi e negativi delle precedenti strutture di partito, riteniamo sia questo il momento di compiere scelte nuove. Ad esempio mettendo il Coordinamento di quartiere a servizio dell’attività politica dei circoli e non viceversa. In questo senso intendiamo definire i ruoli dell’Esecutivo di Quartiere che mi affiancherà nel ruolo di segretario. Ritengo fondamentale che nei circoli e tra i circoli si formino gruppi di lavoro tematici. Il primo grande impegno sarà ovviamente la campagna elettorale, in merito alla quale è mia intenzione promuovere un’assemblea generale dei comitati di circolo entro il mese di febbraio. Come sapete, a Savena hanno partecipato più di 800 persone alle ultime nostre elezioni interne, quasi 9000 alle primarie. Un patrimonio di risorse umane ed una responsabilità davvero alta. Presentando questa nostra dichiarazione di intenti, vi chiedo di condividere un percorso ed un obbiettivo: contribuire in prima persona, con spirito di servizio ed entusiasmo alla costruzione del Partito democratico. Un partito di persone coraggiose, pronte a mettere in discussione qualche certezza acquisita o rinunciare a qualcosa, se questo significa creare un’opportunità per il futuro, un mondo migliore per chi verrà dopo di noi. Grazie a voi tutti sin da ora".

lunedì 11 febbraio 2008

"DISCORSO PER L'ITALIA"

Tutto è cominciato
Ieri, a Spello, in Umbria, Walter Veltroni ha tenuto il suo "Discorso per l'Italia".

Il destino dell’Italia
“Cominciare da qui, da questa piazza, da questo borgo, con alle spalle questo magnifico panorama italiano, è un modo per dire a cosa pensiamo: non al destino di questo o quel leader, non a questo o quel partito, ma al destino dell’Italia, al nostro Paese, alla sua struggente e meravigliosa bellezza e alla sua storia grande e tormentata, alle gravi difficoltà del suo presente e alle straordinarie potenzialità del suo futuro”.

L’ambientalismo del fare
“Lo sviluppo contro l’ambiente non è sviluppo. Ma anche viceversa: una difesa dell’ambiente che si riduca alla moltiplicazione di vincoli e veti contro la crescita è sterile e perdente. E invece, un nuovo ambientalismo, un ambientalismo positivo, un ‘ambientalismo del fare’, come lo abbiamo chiamato, inserito in una nuova cultura della sostenibilità e della qualità della vita, può diventare un formidabile volano di sviluppo. Prendiamo il sole: non è solo un’alternativa al petrolio per la salute della Terra, ma uno dei principali traini della crescita di domani”.

Il futuro, il tempo in cui dobbiamo andare
“Non bisogna aver paura del nuovo. Il futuro è l'unico tempo in cui possiamo andare. Ma il nostro paese, i suoi meccanismi politici ed istituzionali, sembrano temere le cose nuove. Sembrano paralizzati dal demone del conservatorismo. Sembrano pensare che il mestiere di chi può decidere sia solo quello di rinviare; il mestiere di chi ha il potere sia solo quello di usarlo per mettere veti, paletti, bloccare sul nascere quella meraviglia che è il nuovo. Il nuovo che sorge dal talento, dalla scienza, dall’energia delle donne e degli uomini”.

L’Italia che vogliamo
“Una nuova generazione di italiani chiede una Italia più aperta e dinamica, più giovane e mobile. L'Italia del nuovo millennio, non l'Italia della fine del secolo precedente. L'Italia dell'ascolto e della ricerca, l'Italia del rigore e della responsabilità, l'Italia dei doveri e non solo dei diritti. L'Italia della mobilità sociale e non dei corporativismi asfissianti. L'Italia della ricerca, della scienza e della tecnologia e non degli steccati ideologici. L’Italia della legalità e non della furbizia. L'Italia che ritrova i valori, il senso della sua grandezza e l'orgoglio di sé”.

Lo spirito da ritrovare
“Viviamo più a lungo perché viviamo meglio. So che dire questo contrasta un po’ col luogo comune per cui ieri è sempre meglio di oggi. Ma è proprio di questo che ci dobbiamo liberare. Non restiamo con la testa rivolta all’indietro, ad un passato del quale dobbiamo riconoscere la grandezza e dal quale, come abbiamo detto, possiamo trovare stimoli. Ma invece viviamo pienamente il presente e volgiamo lo sguardo al futuro. Oggi abbiamo immense possibilità: di sapere, di conoscere, di viaggiare e dialogare, di scoprire”.

Quale politica?
“Una politica che nello stesso giorno in cui un uomo che fa onore all’Italia, Umberto Veronesi, indicava vie nuove per il futuro della lotta al cancro, dava un triste spettacolo di sé, con quegli schiamazzi e quegli sputi nell’Aula del Senato che hanno dato un’immagine dell’Italia che non meritiamo e non vogliamo più vedere. E state certi che quel senatore troverà ospitalità in qualche lista. Quelle urla sono la più brutta espressione di una politica senza radici nella grande storia italiana, ripiegata su se stessa, priva della voglia di rischiare, di conoscere le sfide brucianti di un tempo nuovo. Dell’incapacità di fare ciò per cui il Presidente Napolitano non ha mai smesso di spendere energie e saggezza: mettere al primo posto il bene del Paese, al primo posto l’amore per le istituzioni. Quello che nelle ultime settimane avrebbe dovuto far scegliere non la propria presunta convenienza, ma la riscrittura delle nostre regole comuni: una legge elettorale per la stabilità e la riduzione della frammentazione del sistema politico, una sola Camera legislativa, la riduzione del numero dei Parlamentari e dei costi della politica”.

Un progetto per cambiare il Paese
“Noi siamo pronti. E' all'Italia vera, che noi parliamo. Oggi, grazie al lavoro del governo Prodi, possiamo fare quello che non è mai stato fatto. Quello, gli italiani lo sanno, che è stato ogni volta annunciato ai quattro venti, ma non realizzato. Verrà il tempo per dire agli italiani ciò che è nostro dovere dire: questo è il nostro progetto per cambiare il Paese, queste sono le cose che faremo per fronteggiare i problemi e trovare soluzioni. E lo potremo dire guardando negli occhi l’Italia, perché abbiamo deciso, unilateralmente, di correre liberi. Liberi, più che soli”.

Il tempo del coraggio e del cambiamento
“Il tempo della decisione e della responsabilità. Gli occhi degli italiani hanno visto troppo odio e divisioni in questi anni. Unire l'Italia, restituirle forza e orgoglio di sé. Ritrovare quel desiderio del nuovo che è l'energia vitale di una comunità. Chi, più di noi, più degli italiani, può unire passato e futuro? L'Italia deve essere unita. L'odio e le divisioni di questi anni ci hanno fatto perdere occasioni importanti”.

Gli italiani vogliono una stagione nuova
“Gli italiani non “appartengono” a nessuno, se non a se stessi. Appartengono alla propria coscienza, alla propria mente, al proprio cuore. Ed è così che decideranno, il 13 aprile. Di una cosa sono certo: gli italiani vogliono uscire dalla confusione, dall’instabilità e dall’immobilismo. Vogliono una stagione nuova. L'Italia deve lasciare l'odio e scegliere la speranza. L'Italia deve lasciare la paura e scegliere il nuovo”.

Poche righe, un pezzetto di storia
“L’altro giorno, la sera stessa in cui abbiamo presentato il nuovo sito internet del Partito democratico, è arrivata una mail. Poche righe, a raccontare un pezzetto della nostra storia. ‘Ricordo con grande nostalgia – dice la lettera – quando mio nonno mi portava nella stalla a vedere i buoi, io avevo quattro cinque anni. Mi raccontava tante storie, ma una la ricordo molto bene. E' quella di quando lui aveva nascosto nella stalla un gruppo di partigiani che erano sfuggiti ad un rastrellamento fascista e aveva messo a repentaglio la sua vita e quella di tutta la sua famiglia. Però l'aveva fatto e ancora ricordo che me lo diceva come se fosse la cosa più ovvia. Di fronte alla difesa della libertà e della propria patria non c'è esitazione, si fa cosa si deve fare e basta. Non l'ho mai ringraziato abbastanza per queste storie, certo che ancora oggi che ho 51 anni le ricordo volentieri, sono parte di me stesso me le porto dentro di me. Vorrei che il Partito Democratico avesse questi sapori veri, autentici’. L’Italia è questo. L’Italia è andata avanti così. Così è diventata una grande democrazia, uno dei pilastri della nuova Europa unita, dell’utopia di Altiero Spinelli divenuta realtà”.

Il fallimento della politica
“Il bipolarismo che abbiamo conosciuto in questi anni si è dimostrato incapace di uscire dallo schema dello scontro ideologico. L’ideologia non c’era più, ma è come se la politica non fosse capace di rinunciare ai suoi cascami: la cultura del nemico, il dualismo manicheo, la demonizzazione dell’avversario, a volte un vero e proprio sentimento di odio, almeno predicato e ostentato, nei confronti della parte avversa. La politica in questi anni non è riuscita a imprimere forza, a portare avanti quelle grandi riforme, quelle liberalizzazioni e modernizzazioni di cui l’Italia ha bisogno. Una politica che divide il Paese, invece di unirlo per far fronte ai problemi di tutti. Una politica che divide non solo tra destra e sinistra, ma anche tra Nord e Sud, tra italiani e immigrati, tra dipendenti e autonomi, tra padri e figli, tra laici e cattolici. La stragrande maggioranza degli italiani è stanca di una politica come questa, che crea una conflittualità esasperata e la usa come alibi per non affrontare i veri problemi del Paese”.

La politica si deve rialzare
“L’Italia non si deve rialzare L’Italia è in piedi. Sono in piedi gli italiani. E’ la politica che si deve rialzare. Gli italiani sono le persone che tengono duro in silenzio e con dignità, che magari fanno mille sacrifici per mantenere la loro famiglia, ma non rinunciano all’onestà, al rispetto delle leggi, all’accoglienza, alla solidarietà verso il proprio vicino così come verso chi arriva da un paese lontano. Questa fatica, queste speranze, questa generosità non meritano di scomparire sotto la nuvola di parole e il rumore dello scontro politico”.

Il Partito democratico, unire l’Italia
“Per questo è nato il Partito Democratico. Per unire l’Italia. Per provare a superare una volta per sempre la politica faziosa e settaria. Per raccogliere le energie migliori del Paese attorno ad un programma di riforme che affrontino i mali strutturali che lo affliggono da troppo tempo. Per dare alla politica un respiro nuovo”.

Una politica nuova
“E’ la politica intesa come lotta per grandi principi e grandi valori: la libertà, la giustizia, la pace. Ideali grandi, per i quali si può dare la propria vita, donandola ogni giorno nella fatica dell’impegno quotidiano, o addirittura accettando di perderla, pur di non tradire in nome della vita ciò che alla vita dà significato. Ed è la politica come impegno concreto per risolvere i problemi quotidiani delle persone, per rendere più lieve la vecchiaia, la malattia, la solitudine, per incoraggiare la speranza di una giovane coppia che pensa di mettere al mondo un figlio ma prima deve risolvere la sua prima preoccupazione, quella della casa; per aumentare le opportunità per chi vuole mettere alla prova i propri talenti”.

Cambiare la politica, cambiare l’Italia
“Il Partito Democratico nasce per questo. Per far riamare la buona politica, quella che in uno straordinario giorno di ottobre tre milioni e mezzo di persone hanno animato con al loro passione, con al loro partecipazione. Il Partito democratico nasce per dare alle donne e agli uomini e ancor più alle ragazze e ai ragazzi del nostro Paese la certezza che se vogliamo, insieme, noi possiamo cambiare la politica e cambiare l’Italia. La scelta è tra passato e futuro. Dobbiamo credere in ciò che l’Italia può essere”.

Voltare pagina
“Noi ci presentiamo agli italiani con una chiara proposta di governo: un programma, una leadership, una squadra coesa e affiatata. Lo state vedendo. Dopo la nostra scelta tutto si è messo in movimento. Anche nell’altro campo. Ma guardate bene quel che succede nelle loro file: sono preoccupati di “come” vincere, non del “perché” vincere. Di come organizzarsi meglio, non di cosa offrire di nuovo all’Italia, di cosa fare di nuovo per gli italiani. D’altra parte hanno già governato l’Italia per sette anni, e propongono solo di tornare a farlo, esattamente come prima. Noi vogliamo voltare pagina. Noi diciamo: non cambiate un governo, cambiate l’Italia. Cominciamo. Cominciamo a farlo insieme. Trasformiamo l’Italia”.

Si può fare
“Tocca a noi. Tocca a milioni di italiani. Dipende da noi, quello che possiamo fare insieme. Quello che insieme faremo. Una Italia moderna, serena, veloce, giusta. Si può fare. Questi due mesi ci metteremo in viaggio, toccheremo tutte le 110 province italiane, tutta la bellezza e la meravigliosa diversità del Paese. Questi due mesi saranno il modo più appassionante che abbiamo per far vivere le nostre speranze e dare corpo ai nostri sogni”.

Un Paese grande e lieve
“La speranza, la fiducia nel futuro, è il motore del cambiamento che serve all’Italia. E’ per questo che io mi candido. Non per ricoprire una carica. E vi chiedo, nei prossimi mesi, di pensare non a quale partito, ma a quale Paese. Facciamo un Paese grande e lieve. Una Italia in cui non si muoia per lavorare. In cui studiare e intraprendere sia facile. In cui le donne e gli uomini ritrovino la voglia di viaggiare, insieme e sicuri, verso il futuro. In cui la politica riscopra il coraggio di rischiare il nuovo. E forse, un giorno, ricorderemo che qui, oggi, in una bellissima domenica italiana, tutto è cominciato”.

sabato 9 febbraio 2008

LA VIDEOCHAT CON D’ALEMA: POSSIAMO VINCERE, E’ NOSTRO DOVERE CREDERCI E PROVARCI


Nella videochat di oggi con i lettori dell'Unità online Massimo D’Alema ha ribadito che “possiamo vincere” e parlando a margine con Padellaro ha aggiunto che «Fin da subito si devono abbassare le tasse anche perché ci sono i soldi».
Bene, questa volta però crediamoci sino in fondo alle nostre possibilità di vittoria e soprattutto in campagna elettorale promettiamo solo quello che sappiamo essere in grado di mantenere perché gli italiani sono stanchi di false promesse, di retorica, di venditori di fumo e ci misureranno “la febbre” sulla nostra serietà, onestà, sobrietà e capacità di dare con coerenza seguito agli slogan, utili si dal punto di vista mediatico ma rischiosi dopo se restano lettera morta; un analisi dell’Ires Cgil rileva che ci sono in Italia circa “14 milioni di lavoratori a basso reddito che lottano ogni giorno per arrivare alla fine del mese”, a questi non possiamo vendere fumo ma dobbiamo dare risposte.
Rimbocchiamoci allora le maniche ed impegniamoci tutti per salvarci dalla catastrofe della destra perché troppe volte in questi anni (dal 1994 in poi per intenderci…..) abbiamo dato per scontato delle cose e lo abbiamo pagato duramente, questa volta l’errore non c’è lo possiamo più permettere perché non ne va tanto della nostra credibilità, quanto piuttosto è a “RISCHIO” la nostra Democrazia.
Per evitare il peggio dobbiamo tutti lavorare con molta umiltà e con la consapevolezza di avere seminato nel giusto, abbiamo poco tempo è vero, ma abbiamo il dovere in questi soli due mesi di spiegare agli italiani quello che siamo riusciti a fare in 20 mesi di duro ed onesto lavoro; ora è il tempo di raccogliere andando a spiegare al Paese casa per casa cosa abbiamo fatto e cosa ciascuno perderebbe se commettessimo l’errore di non credere in noi stessi riconsegnando il paese ad una destra che si muove ed agisce in nome e per conto degli interessi di “una parte”, vendendoli con tutta la demagogia ed i mezzi del consenso mediatico di cui sono capaci, come “interesse generale”.
Sarà “durissima” ma abbiamo il diritto-dovere di provarci, non possiamo perdere la “partita della democrazia” senza giocarcela; tutti in campo quindi, pronti a sudare sino all’ultimo minuto, supplementari e rigori compresi se serve; possiamo vincere e dobbiamo provarci, la destra di nuovo al governo è un male che si può (si deve) evitare. RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE......per risvegliarci la mattina del 15 aprile liberi dall’incubo.
Claudio Gandolfi

giovedì 7 febbraio 2008

8 feb. - Assemblea PD Quartiere Savena


Venerdì 8 febbraio alle ore 20, presso il Centro civico di via Faenza 4, si svolge l'Assemblea di quartiere del PD, nel corso della quale verrà eletto il prossimo Segretario/a del PD di Savena.


Con il sostegno di un ampio numero di aderenti al PD e di amici, ho presentato la mia candidatura ed un documento programmatico. Sperando di fare cosa gradita, posto un breve stralcio del documento. Nel caso qualcuno fosse interessato al testo completo puoi scriverimi a matteo.lepore@gmail.com


Matteo Lepore


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Un progetto per il bene comune


La fondazione dei circoli del Partito democratico nel quartiere Savena
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[...] intendiamo avanzare una proposta per la fondazione del Partito democratico nel nostro quartiere. Siamo convinti che tale impegno dovrà essere indirizzato a costruire una casa comune ed uno strumento di partecipazione, il migliore possibile, a servizio dei cittadini elettori e degli aderenti. Riteniamo sia questo il tempo di dare una risposta definitiva alle richieste di trasparenza e democrazia nella vita dei partiti. Di innovare gli strumenti di comunicazione e coinvolgimento, permettendo realmente l’accesso ad un vasto numero di persone che possano dedicare anche solo “5 minuti” al giorno alla politica, spesso provenienti dal mondo del lavoro e delle professioni.


Crediamo che solo attraverso un’organizzazione presente e viva sul territorio sarà possibile mantenere il Partito democratico a diretto contatto con la vita delle persone, capace di rappresentare le esigenze di coloro che sia sui luoghi di lavoro sia nel mondo del volontariato, sentono di voler fare qualcosa per il loro Paese e per la loro comunità. Quei milioni di italiani che trovano la politica chiusa, e che se provano ad avvicinarsi ad essa è più facile che si imbattano nella richiesta di aderire ad una corrente o ad un gruppo di potere, piuttosto che a un'idea, ad un progetto.


Pensiamo che solo grazie una nuova concezione di forma partito, dalle fondamenta solide, sarà possibile garantire davvero il contatto con la gente, cogliendo l’opportunità che oggi ci è data di mettere da parte, un volta per tutte, vecchie liturgie e grigie modalità di autoconservazione Un partito trasparente nella selezione dei gruppi dirigenti sulla base del merito e dell’imepgno, rigoroso nello stile e nella morale, ma anche un luogo di incontro, uno spazio per le relazioni sociali. Un partito che offra opportunità, per chi lo desideri, di formazione e scambio reciproco, di approfondimento sull’attualità. Insomma, uno spazio riconoscibile per umanità, passione e serietà.


Presentando questa nostra dichiarazione di intenti, ti chiediamo di condividere un percorso ed un obbiettivo: contribuire in prima persona, con spirito di servizio ed entusiasmo alla costruzione del Partito democratico. Un partito di persone coraggiose, pronte a mettere in discussione qualche certezza acquisita o rinunciare a qualcosa, se questo significa creare un’opportunità per il futuro, un mondo migliore per chi verrà dopo di noi.


[...] Nella provincia di Bologna, alle primarie del 14 ottobre 2007, hanno votato 107.257 persone, di cui 8.876 nel quartiere Savena. Questa è l’eccezionale platea di cittadini-elettori a cui si rivolgono i circoli del Partito Democratico di Savena. Non può sfuggire l’importanza di un tale passaggio. Basti considerare che, nel 2007, gli iscritti di DS e Margherita insieme non raggiungevano le 3.000 unità, mentre, alle ultime elezioni amministrative del 2004, il numero di voti espressi a favore del gruppo dell’Ulivo nel Consiglio di Quartiere di Savena era di quasi 9.000 unità. Tali cifre, mediamente stabili negli ultimi cicli elettorali, confermano un costante rapporto di fiducia tra l’elettorato di centrosinistra ed i propri partiti di riferimento. Allo stesso tempo delineano la portata della sfida a cui siamo chiamati: coinvolgere in modo nuovo e duraturo l’intero elettorato. Alla seconda occasione, la risposta al Partito democratico in termini di partecipazione è stata di nuovo molto significativa. Il 25, 26 e 27 gennaio 2008, hanno votato 16.000 persone, mentre almeno 100.000 hanno aderito a livello regionale in soli tre mesi. A Savena, per la fondazione dei circoli, hanno votato circa 800 persone, quasi il 10% degli aventi diritto, un risultato importante sia in termini assoluti sia in termini relativi, che denota entusiasmo ed una forte legittimazione popolare. Ma non dobbiamo parlare solo di noi.


Non può ci sfuggire l’alto tasso di partecipazione tra le diverse forme di impegno civico e sociale nel nostro quartiere. Nel sociale, nello sport, nella cultura, nei comitati, in forma associata o individuale, nelle assemblee pubbliche, il Savena si conferma un quartiere popolato di persone generose, attente e preziose. Tale patrimonio rappresenta una risorsa fondamentale per il bene comune e la coesione della nostra comunità. Questo mondo non è da considerare semplicemente un interlocutore, bensì l’anima del Partito democratico, l’indicatore vero sul nostro operato.


Il partito nuovo che noi proponiamo vuole essere tre cose insieme:


- una grande occasione di raccolta e di elaborazione della "opinione pubblica", cioè di quello che la gente pensa, sente, si aspetta dalla sua condizione di "cittadino";


- un luogo dove si riflette sui problemi e si lavora per proporre gli interventi necessari per farne una occasione di crescita per le persone e le comunità;


- un laboratorio in cui far crescere le donne e gli uomini che di queste cose dovranno farsi carico nella gestione della cosa pubblica, un "gruppo dirigente" fondato non sul privilegio o sull’appartenenza ad una casta, ma sulla circolazione dei talenti e con il succedersi delle generazioni.


Il nostro bisogno primario è di avere persone che "pensano" la politica. Il nuovo partito deve recuperare questa sana abitudine, tutti possono occuparsi di politica, un’opera intellettuale alla portata di quanti abbiano l’umiltà di studiare, di pensare e soprattutto di ascoltare. [...]

mercoledì 6 febbraio 2008

"Yes we can!"


Veltroni: "Da soli anche al Senato"


e "ruba" lo slogan di Barak Obama


di MATTEO TONELLI

La sfida è lanciata. Lo slogan è pronto. Al Lingotto era il kennediano "I care", oggi la scelta cade su Obama: "Yes we can". "Possiamo vincere" assicura Walter Veltroni. Anche da soli. Scioglie gli indugi il segretario del Pd. Chiude la porta alla ridda di voci che lasciavano trasparire possibili alleanze elettorali con la sinistra: "Andremo da soli anche al Senato". Nessuno accordo tecnico. Nessun pasticcio elettorale che gli elettori non capirebbero. Da una parte il Pd, dall'altra "i diciotto partiti che formano il centrodestra". Una decisione annunciata da tempo e che il sondaggio di Repubblica.it premia con ampie percentuali favorevoli.

"Noi abbiamo fatto una scelta lineare - spiega Veltroni che si dimetterà da sindaco di Roma appena varato il piano regolatore - Gli italiani hanno bisogno di cose chiare. Ho letto sui giornali delle formule pasticciate, cose strane come un terzo candidato alla premiership. Capisco che tutti vogliano stare coperti, ma io credo che occorra rischiare attraverso l'innovazione". Innovazione che, dice il segretario del Pd, non può essere il Cavaliere "che si candida a presidente del consiglio per la quinta volta".

Niente accordi con la sinistra, dunque. Costi quel che costi. "Con la sinistra continueremo a collaborare a livello locale ma a livello nazionale, su temi come la sicurezza e le missioni all'estero, le nostre posizioni sono diverse. Noi ci presenteremo alle elezioni quindi per dire agli italiani: 'Se votate per il Pd ci sara' una posizione chiara e univoca'".

Parole che suonano come una risposta netta alla lettera inviata da Oliviero Diliberto, Franco Giordano, Fabio Mussi e Alfonso Pecoraro Scanio che, a nome della Sinistra L'Arcobaleno, chiedono a Veltroni di ripensarci. Di "non fare un regalo a Berlusconi". "Noi pensiamo che ora non si debba facilitare il compito della destra, consegnare a cuor leggero e su un piatto d'argento la vittoria a Berlusconi - scrivono i quattro - Per questo ti chiediamo un incontro urgente per verificare esattamente possibili convergenze ed eventuali distanze di posizioni politiche e punti di programma". Una richiesta che cade nel vuoto. Cosa che, però, non sembra turbare più di tanto Fausto Bertinotti: "Rispetto la scelta del Pd, la sinistra si unisca".

La strada, dunque, è ormai tracciata. Il 16 febbraio si terrà l'assemblea costituente del Pd, poi "dal 16 pomeriggio partirà il viaggio in Italia che toccherà tutte le 110 province" dice Veltroni. Un viaggio che "sarà un tour della novità e della speranza". Perché "ho la sensazione che il mio paese non voglia vedere film già visti, ma conoscere una stagione nuova". Meno tv e più piazze, spiega il segretario del Pd. Che, come già aveva fatto alle primarie, spiega che si terrà lontano dalle telecamere e dai salotti televisivi: "Non sono un appassionato della politica mediatica, la politica ha a che fare con il corpo delle persone, con il contatto diretto". Per questo, conclude Veltroni, "andrò in giro in tutta Italia per fare capire che c'è qualcosa di nuovo". L'ultimo omaggio è per Romano Prodi "per quel che ha fatto e per come incoraggia il nostro sforzo di rinnovamento". Adesso, però, si volta pagina. "Possiamo vincere" dice Obama. "Possiamo vincere" rilancia Veltroni. Anche da soli. O forse proprio per questo.

(6 febbraio 2008)

domenica 3 febbraio 2008

PARTITO DEMOCRATICO: MAI DARE NULLA PER SCONTATO

Dal momento che ora tutti i “saggi” si dichiarano d’accordo sul fatto che ANTIFASCISMO e RESISTENZA sono “nel cuore del PD” mi chiedo se per affermare questo mettendolo nel Manifesto a chiare lettere c’era davvero bisogno di lasciare che la polemica si innescasse e se per mettere tutto a tacere ci fosse bisogno di una giusta “tirata di orecchi” da parte di Veltroni; visto che nessuno mette in discussione la validità di questi due come di valori irrinunciabili non era più semplice scriverlo subito, evitando polemiche, sospetti di tatticismi ed equivoci di cui non avevamo francamente nessun bisogno.
In un momento di “qualunquismo” sempre più spinto ed in un contesto in cui anche persone culturalmente preparate si uniscono al coro sempre più “urlante” del “tanto sono tutti uguali” ovvero tra “destra e sinistra” non c’è differenza in quanto è interesse comune la “caccia alle poltrone” , non avere avuto subito il “coraggio” politico di dire apertamente ed in modo trasparente ed inequivocabile da che parte stiamo con il Partito Democratico mi è sembrato politicamente poco saggio, inopportuno e controproducente.
La nostra Democrazia viene da lì ma è bene continuare a ricordarlo e sottolinearlo in ogni sede ed in ogni documento; se tutto questo fosse “pleonastico” qualcuno mi vuole spiegare le ragioni del latente orgoglio fascista ancora vivo e vegeto nel nostro Paese e del perché sia stato necessario istituire “per legge” il giorno della memoria ?.
Francamente non ho capito l’imbarazzo di alcuni davanti a questi valori e se qualcuno lo legittima come segno di discontinuità con le ideologie del ‘900 non vedo comunque in questo una buona ragione per azzerare la “nostra storia”, così come non capisco le ragioni di un opportunismo politico legate agli interessi verso il “centro” dell’elettorato possibile.
Io davanti a questa “memoria storica” non provo alcun imbarazzo e la voglio mantenere viva, perché il Fascismo non l’ho vissuto ed i suoi nostalgici ( anche se vestiti da persone perbene) mi fanno paura ;per questo deve essere chiaro che non siamo tutti uguali e deve essere altrettanto chiaro da che parte della Storia stiamo con il Partito Democratico nella speranza di farne sentire l’adesione ai suoi principi fondatori come “un gesto diverso dall’iscrizione all’anagrafe o ai registri dell’Inps” ( come sottolinea Giovanni De Luna nel suo editoriale sulla Stampa di sabato).
Questa volta ci siamo salvati “in zona cesarini” come ricorda Giorgio Bocca su Repubblica ma ingenuità come queste non c’e le possiamo più permettere…………….altrimenti ne pagherà le conseguenze la nostra fragile Democrazia e tutti noi con essa.

Claudio Gandolfi

sabato 2 febbraio 2008

DARE A PRODI QUEL CHE E' DI PRODI


Ad una settimana dalla caduta del governo Prodi, mi sono ritrovato a fare un bilancio di quanto fatto dal centrosinistra in un anno e mezzo di legislatura.

Allora ripensavo al serio e rigoroso lavoro di sistemazione dei conti e delle finanze dello Stato portata avanti con fatica da Padoa-Schioppa. Alla efficace e fruttuosa battaglia condotta dal viceministro Visco contro l'evasione e al recupero dell'economia sommersa.
A Bersani e ai suoi tentativi di liberalizzare questo paese e il suo sistema economico, andando anche ad intaccare privilegi secolari di alcune parti. Nonchè ad un paio di suoi atti che definerei rivoluzionari, come l'abolizione dell'incomprensibile balzello sulla ricarica per i telefonini e l'introduzione nel nostro ordinamento della class action, azione collettiva a tutela dei consumatori, già presente in numerosi paesi.
Al Ministro D'Alema e la sua politica estera, assai lontana da quella del precedente governo: ritiro delle truppe dall'Iraq, la missione di pace in Libano che ha scongiurato un ulteriore conflitto, moratoria sulla pena di morte, sancita dall'Onu giusto un mese fa.
Al difficile ma positivo operato di Damiano in materia sociale, con l'approvazione del pacchetto sul welfare e il grande successo che stava cominciando a raccogliere per l'emersione del lavoro nero. Non dimenticando che la questione salariale era il primo punto nell'agenda governativa.

E' vero che alcuni problemi, come la precarietà, rimanevano da affrontare e che alcune riforme, tipo i Dico, si sono perse per strada, mentre altre importantissime come il conflitto di interessi, sono rimaste al palo.
Rimane comunque il fatto che quanto compiuto in un anno e mezzo da questo governo, che temo rimpiangeremo, non è affatto poco, e andrebbe affermato e sbandierato con orgoglio proprio a partire da noi che lo abbiamo sostenuto con convinzione.
Mirko Gamberini