venerdì 13 giugno 2008

DA MILITANTE COSA MI ASPETTO ORA DAL PARTITO DEMOCRATICO

In casa PD il dibattito di questi giorni è stato tutto monopolizzato sul dove siederemo a Strasburgo nel 2009, piuttosto che sull’esigenza politica di un congresso anticipato o sull’impegno di molti delle nostre “teste pensanti” nel dar vita a fondazioni e/o riviste politiche più o meno personali dove elaborare strategie politiche.
Posto che io pensavo ( forse ingenuamente) che a quest’ultimo ruolo fosse destinato appunto il Partito Democratico, da cittadino che dedica buona parte del suo tempo libero alla militanza politica nel partito chiedo ed invito tutti noi ad un atto di responsabilità nei confronti di chi ci ha dato la fiducia con il voto non perdendo altro tempo in assurde discussioni accademiche.
I 10 morti di mercoledì ci hanno costretto tutti immediatamente a tornare alla brusca ed amara realtà quotidiana e questa ci chiede immediatamente di tornare con umiltà per strada, nei luoghi di lavoro, sui bus, nei treni a parlare e soprattutto ascoltare le persone; ripartiamo dai loro che sono anche i “nostri” bisogni e cominciamo a capire da subito dove vogliamo andare e cosa vogliamo fare da grandi.
Smettiamola di parlare di regole, basta scrivere documenti con dichiarazione d’intento bellissime che faticano poi a diventare azione politica concreta, basta parole e passiamo ai fatti anche dai banchi dell’opposizione se vogliamo evitare di restarci a vita.
Non aspettiamo le prossime scadenze elettorali per definire una strategia politica sul territorio; la nostra presenza deve essere costante, capillare (non episodica e legata a scadenze elettorali come è stato sino ad ora) e deve essere un punto di riferimento per i cittadini, evitiamo di essere "cercati" e vediamo di essere noi a "cercare" le persone, ascoltandole con umiltà, individuandone aspettative, problemi ed elaborando risposte credibile, praticabili e sostenibili.
Personalmente al Pd seduto ai banchi dell’opposizione chiedo:1) una chiara, coraggiosa, franca ed inequivocabile scelta di campo tra le esigenze dell’economia di mercato ed i bisogni della gente a vantaggio ovviamente dei secondi che ancora oggi troppo spesso sono marginali nelle scelte politiche;2) coerenza nei fatti rispetto agli impegni scritti e la capacità di assumersi delle responsabilità, schierandosi; 3) una chiara IDENTITA' in cui potersi riconoscere e per la quale abbia un senso battersi e partecipare, per evitare una a volte imbarazzante confusione di ruoli tra maggioranza ed opposizione senza dire chiaramente ed inequivocabilmente da “che parte stiamo”; 4) niente personalismi e gioco di squadra per evitare di farci “fregare” un’altra volta, grazie.

Claudio Gandolfi

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