giovedì 15 maggio 2008

LETTERA APERTA AI SEGRETARI DEL PD

Su richiesta, pubblichiamo una lettera firmata da alcuni esponenti del PD di Bologna in merito al percorso per amministrative del 2009 e lo svolgimento di elezioni primarie.

Bologna, 12 maggio 2008
Caro Andrea e caro Maurizio,
vogliamo innanzitutto ringraziarvi per l’impegno profuso nel radicamento territoriale del PD - a Bologna e in provincia - e nella difficile campagna elettorale appena conclusa.
La vittoria della destra, fatto certamente negativo per il nostro paese rafforza la necessità di espandere il consenso intorno al nostro progetto politico, obiettivo che tutti noi, insieme, dobbiamo continuare a perseguire: in questa sfida per il bene comune e verso una “nuova stagione”, Bologna e l’Emilia-Romagna hanno un ruolo e una responsabilità essenziali.
Le elezioni amministrative del 2009 si annunciano come una sfida estremamente delicata e il tempo che ci separa da esse è breve: un anno passa in fretta, e questa volta non possiamo farci trovare in stato di emergenza, come tali impossibilitati a utilizzare gli strumenti partecipativi individuati dal nostro statuto come fondamentali per la vita del Partito.
Al di là dei tempi già prefissati, è fondamentale che nel regolamentare il sistema delle consultazioni primarie per l'individuazione dei candidati alle cariche elettive monocratiche si dia un forte segnale di apertura vera, sostanziale e non formale, a questo sistema, ponendo tutti coloro che sono interessati a farlo nelle condizioni oggettive di poter esporre le proprie idee e i propri programmi.
La definizione delle possibili alleanze è condizione importante per una campagna elettorale e per il successivo governo; essa però, in particolare in questa fase, non può e non deve relegare in seconda fila l'analisi dei risultati ottenuti dalle attuali Amministrazioni e i progetti per il futuro.
E' a questo che i cittadini sono essenzialmente interessati: ed è su questo che vi chiediamo di incentrare l'attenzione nel momento di fissare modalità e tempi della raccolta delle candidature e dello svolgimento delle consultazioni primarie.
Lo chiediamo nell’interesse di Bologna, città che ha dato un contribuito fondamentale alla nascita e al radicamento del nostro Partito e che chiede di essere coinvolta nella definizione partecipata del programma per le elezioni del 2009, passaggio essenziale per vincere la sfida elettorale e per governare efficacemente il futuro della nostra città e dell’intero territorio.
Buon lavoro a tutti.

Andrea Forlani - Presidente del Quartiere Santo Stefano
Virginia Gieri - Presidente del Quartiere Savena
Sergio Palmieri - Presidente del Quartiere Porto
Roberto Fattori - Presidente del Quartiere Saragozza
Luca Dore - Capogruppo Centrosinistra per Santo Stefano
Maurizio Ghetti - Capogruppo Centrosinistra per Savena
Beppe Belinelli - Capogruppo Centrosinistra per Porto
Andrea De Pasquale - Consigliere della Provincia di Bologna
Matteo Festi - Responsabile PD Quartiere Santo Stefano
Francesco Errani - Membro dell'Assemblea Nazionale del PD
Riccardo Lenzi - Membro dell'Assemblea Nazionale del PD
Piergiorgio Maiardi - Membro dell'Assemblea Regionale del PD
Anna Alberigo - Membro dell'Assemblea Provinciale del PD
Paolo Orioli - Membro dell'Assemblea Provinciale del PD

1 commento:

Pd del quartiere Savena ha detto...

Rifletto sul documento di quattro Presidenti di Quartiere bolognesi, fra i quali la nostra Virginia Gieri, reso noto dalla stampa.

"Il" Partito Democratico deve essere innanzitutto "un" partito democratico.

Quindi sono non solo giusti ma essenziali tutti i richiami alle forme più larghe e reali di consultazione, a partire dalle primarie.

Ma a ben vedere non è questo il succo del documento o, almeno, della sua presentazione..

Invece chiediamoci se dobbiamo e possiamo aprire una discussione critica ed autocritica sui risultati della nostra azione di governo. Questo il succo, sia pure espresso con garbatezza. Dopo il voto nazionale, in una situazione difficile? No, nessuna ipocrisia nel dirlo, non possiamo. Anzi Bologna può svolgere un ruolo opposto. Il consenso si è avuto. Le risposte che qui si è cercato di dare ai problemi gravi che hanno determinato la vittoria delle Destre sono parte integrante di un programma di opposizione ferma e argomentata, anche se condurla spetta alle forze politiche, non alle amministrazioni.

Non solo. Non basta dire che non possiamo. Sono convinto che non dobbiamo.

Il programma che fu presentato e votato per il Comune di Bologna è un programma per dieci anni.

Su urbanistica e traffico stiamo andando avanti con piani e realizzazioni di indubbio valore nazionale. Sulle politiche di bilancio, sulle quali ho cercato di suscitare attenzione, la salvaguardia dei redditi più ridotti è stata portata avanti con determinazione, sia pure in una situazione di conferma di tutti i servizi e di aumento delle opportunità per l'infanzia.

Gli investimenti sono ad un livello quantitativo altissimo.

Ci sono mille problemi politici per il centrosinistra, ma non se ne risolverà nessuno se si occulterà un dato di fondo: si governa bene.

Vedo cose da cambiare, e soprattutto sulle quali fare di più, ma, solitamente, mi piace avanzare proposte più che infilare temperini in qualche piaga.

E' più difficile. Si rischia di essere inascoltati. Ma questa è la strada.

Un esempio per chiarire: vorrei una politica nettamente popolare, qui a Bologna, non solo sulla sicurezza ma anche sulle scuole, quelle per tutti e di tutti, che voglio curate e a tempo lungo, in ogni ordine di grado, perché le differenze sociali contino meno.

E mi interessa raccogliere le idee di tanta parte della società civile "intellettuale", critica per natura. Sento il bisogno che esprime di qualità, di riparlare di cose importanti, di progetti per la città.

Così facendo anche il problema delle alleanze del PD cambia aspetto, non è solo "politica", si apre una discussione, si tessono rapporti veri, concreti, "sociali".

Ho assistito alla recente assemblea di Unindustria. Siccome non capisco niente mi sono concentrato, più che sulla nota boutade polemica di Montezemolo, ed anche più che sul segno politico della relazione di Maccaferri, sui risultati di una articolata indagine proposta da Enrico Finzi, di Astra.

Quante buone idee vengono in mente quando si guarda ai dati. Bologna ama se stessa alla follia e per questo strilla di fronte ad ognuna delle sue rughe.

Bisogna innovare ai suoi ritmi e smetterla con le teorie sulla sua inadeguatezza. Fiorirono a Sinistra, prima del '99 ed è arrivato l'immobilismo di Guazzaloca, non lo sfolgorio di Barcellona, esposto nei video di quell'assemblea..

Ma anche noi, di nuovo, abbiamo troppe volte in questi anni criticato la città e il suo supposto inveterato provincialismo. E oggi quel criticismo si cerca, è ben naturale di rivolgerlo contro chi la governa. Bologna è quel che è. Non è, da decenni, la capitale di un mondo alternativo, è una città che da' molto e può fare molto. Au clair de lune d'oggidì, è un grande valore.
Mi piacerebbe che i Presidenti di Quartiere stilassero un loro decalogo, di esperienze e di proposte. Dieci anni sono lunghi. Ne mancano ancora sei.
Io il tempo e l'ambizione la misurerei così.

Davide Ferrari