giovedì 1 maggio 2008

LETTERA APERTA AL PARTITO DEMOCRATICO SUL LAVORO

Il Partito Democratico dell’Emilia Romagna ha scelto come slogan per questo 1° maggio un impegnativo “MAI PIU’ VITTIME SUL LAVORO”.
Finita la giusta enfasi per il giorno di festa è bene “rimboccarsi subito le maniche” ( come ha esortato il Presidente Napolitano) per evitare che le belle parole restino sterili dichiarazioni di principio giuste e condivisibili a cui però non seguono azioni; per fare questo bisogna assolutamente passare dalle parole ai fatti, ad atti concreti nella direzione di sviluppare una “cultura della salute e sicurezza” nei luoghi di lavoro all’altezza di una società civile come presumiamo di essere, e soprattutto che diano piena esigibilità alla nostra Costituzione, a partire dall’articolo 1 che afferma essere la nostra “ una Repubblica [……] fondata sul lavoro”.
Le leggi buone ci sono, ora è tempo di farle applicare e rispettare; per fare questo si deve agire potenziando negli organici e negli strumenti operativi gli organi vigilanti, ci vuole la certezza della pena per cui sia effettivamente economicamente “non conveniente” qualsiasi forma di irregolarità ( sia esplicita che latente) per gli imprenditori “meno attenti e sensibili al problema” (il rischio è spesso calcolato e per certi aspetti ancora conveniente rispetto al costo economico della sicurezza), bisogna agire “politicamente” sulla responsabilità sociale delle imprese che spesso disattendono questo loro DOVERE, bisogna innescare meccanismi virtuosi di consapevolezza diffusa del problema tali da indurre una rete di “vigilanza sociale” in cui ogni cittadino può essere un tassello importante verso l’obiettivo dichiarato “MAI PIU’ VITTIME SUL LAVORO”.
E’ utile ricordare alcune delle cause del fenomeno delle “morti bianche” : appalti al massimo ribasso con una catena infinita di subappalti dove le responsabilità si perdono in un meccanismo di scatole cinesi per cui ognuno (quando va bene) è responsabile per se stesso ; mancanza quasi totale di informazione, formazione e prevenzione, spesso in totale dispregio di obblighi contrattuali sanciti dai CCNL e da tutte le parti firmati e riconosciuti formalmente come validi e da applicare; esternalizzazioni di forniture e lavorazioni per abbattere i costi ( in particolare nel caso delle ex-municipalizzate) mettendo a gara la “quantità” a discapito della “qualità” con il risultato che i cittadini nella quasi totalità dei casi si sono visti trasformati da “utenti” a “clienti” senza nessun vantaggio in termini di risparmio economico sulle tariffe e con i servizi sempre più spesso non all’altezza del costo e/o del capitolato di bando.
Per invertire questa pericolosa tendenza e per dare un chiaro segnale al “mondo del lavoro” ( e per smentire i dati delle elezioni) in ogni realtà locale il Partito Democratico può intanto cominciare ad agire a livello territoriale indicando delle Linee Guida di comportamento etico, politico, morale e socialmente responsabile, a tutti i propri esponenti presenti nei vari livelli istituzionali, amministrativi e di impresa.
Cosa voglio dire: anche se siamo all’opposizione in Parlamento abbiamo comunque presidenti di regione, di provincia, sindaci, consiglieri ai vari livelli degli enti locali, persone presenti a vario titolo, ruolo e responsabilità nelle ex-municipalizzate, nelle asl, Acer, nelle ex-ipab, nelle comunità montane, consorzi di bonifica, università, gestori di servizi pubblici ed altro ancora perché l’elenco non è certo esaustivo e potrebbe continuare a lungo.
Tutti questi sono soggetti appaltanti ( hanno quattrini e danno lavoro), ovvero hanno un potere di indirizzo in materia di sicurezza importantissimo perché con le loro scelte di Statuto, con le loro gare per l’assegnazione dei lavori, con i loro capitolati d’appalto, con il loro successivo potere-dovere di controllo possono decidere della qualità del prodotto finale ( e conseguentemente della qualità del lavoro per le maestranze in fase di esecuzione); in tutti questi meccanismi ci sono persone (donne e uomini) del Partito Democratico, che possono presentare ordini del giorno, proporre, votare e approvare leggi, norme e regolamenti, statuti, principi generali di indirizzo, possono indirizzare in un senso o nell’altro le scelte di strategia generale e politica con ricadute dirette sulla qualità dei servizi per i cittadini-utenti e sulla qualità del lavoro per i cittadini-lavoratori.
In questo contesto credo che sia opportuno agire perché queste persone utilizzino il proprio ruolo istituzionale nel modo migliore possibile operando per affermare in ogni contesto possibile la “qualità del lavoro” come principio fondante di ogni scelta, mettendo il fattore umano sempre e comunque davanti ( e prioritario) rispetto al fattore economico e politico, ovvero si deve affermare l’interesse generale dove a prevalere è LA BUONA POLITICA e non l’OPPORTUNISMO.

Claudio Gandolfi, militante PD Bologna

clgand@libero.it

Nessun commento: