venerdì 6 giugno 2008

"Sindaco di Bologna o di Romilia?"

«Non ho ancora capito se pensa di fare il sindaco di Bologna o di Romilia». Il segretario regionale del Pd Salvatore Caronna parla del ciclone Alfredo Cazzola, il patron rossoblù che dopo aver portato in A la squadra di calcio e dopo essersi tolto più di un sassolino dalle scarpe nei confronti del sindaco Sergio Cofferati assente il giorno della promozione, ora dice di pensare seriamente a candidarsi come primo cittadino e irrompe sulla scena politica.
All Festa delle due Madonne il dibattito è saltato per il maltempo e anche per l´improvviso forfait del ministro ombra Pierluigi Bersani trattenuto a Roma dall´affaire Alitalia. Caronna, che preferirebbe evitare commenti, vorrebbe approfittarne per dribblare il tema del giorno, la rotta di collisione tra calcio e politica. Ma finisce per cedere al pressing del cronista che chiede se la mossa del patron rossoblù non abbia spiazzato il centrosinistra bolognese.
E´ più sorpreso o preoccupato, Caronna, dalla comparsa di un nome nuovo sulla scena politica bolognese?
«Che Cazzola aspirasse a entrare in politica si sussurra da tempo. Non mi sembra una novità né un grande evento». Al netto della sorpresa, resta la preoccupazione? «La curiosità, semmai. Non sono ancora chiari i progetti, le intenzioni e gli interessi che si intende rappresentare. Non è chiaro, se mi passa la battuta, se si candida a fare il sindaco di Bologna o di Romilia».
In ogni caso un candidato insidioso, non crede?
«Noi guardiamo tutti con rispetto. Senza supponenza nei confronti di nessuno. Valuteremo i fatti e le scelte. Senza atteggiamenti precostituiti».
Non considera un errore quello di Cofferati che non è andato allo stadio il giorno della promozione in serie A?
«Mi pare che l´intera faccenda sia stata derubricata dai fatti».
Sarebbe a dire?
«E´ stata presa la palla al balzo per promuovere un´offensiva che non è, da quello che capisco, solo nei confronti di Cofferati, ma anche della Provincia e, credo, della Regione. E´ stata colta l´occasione per trasformare un evento festoso di tutta la comunità in un progetto con altri fini». Vuol dire che le critiche erano strumentali? Cofferati non c´era davvero.
«Quali siano gli scopi reali lo valuteremo quando saranno chiari gli obiettivi. Un fatto però è certo: si è voluto trasformare una festa del calcio in un´altra cosa».
Non le pare esagerato?
«La mia è una semplice osservazione: si è discusso e si sta discutendo più del candidato che della serie A. Mi pare sproporzionato. Se uno è interessato alla festa per il ritorno nella massima serie della squadra di calcio della città non spende tre quarti delle proprie interviste in dichiarazioni contro le istituzioni. Questo sì, mi pare un po´ eccessivo. Mi fermo qui, però. Semmai ne riparliamo quando le intenzioni del presidente del Bologna saranno più chiare».
(06 giugno 2008 - La Repubblica)

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