Lo dice il presidente della Corte dei Conti Tullio Lazzaro ai senatori
e deputati della Commissione Bilancio e Finanze( La Repubblica 2 luglio 2008)
ROMA - La Robin Tax? Rischia di essere un bluff. Di più: "Rischia di pesare troppo su un singolo settore di impresa e di avere effetti negativi per i consumatori". L'allarme è lanciato da Tullio Lazzaro, presidente della Corte dei Conti, durante l'audizione alle commissioni congiunte Bilancio e Finanze di Camera e Senato su Dpef e dl manovra riconosce il valore degli obiettivi della Robin Tax ma mette in guardia da un duplice rischio.
Da un lato si teme che "la previsione di un prelievo differenziato sui profitti di alcuni settori e categorie di imprese, pur giustificata da fattori contingenti, si configura in realtà come un inasprimento strutturale del prelievo a carico di uno specifico segmento imprenditoriale". Anche per questo si afferma che "è concreto il rischio che il maggior prelievo possa essere traslato sui consumatori (attraverso un aumento dei prezzi praticati sui prodotti) o su altri soggetti economici.
Per Lazzaro "le maggiori entrate (733 milioni) assicurate dall'imposta sostitutiva sui valori latenti delle rimanenze delle imprese petrolifere e del gas rappresentano, di fatto, un'anticipazione della tassazione: scorte già tassate riducono in sostanza l'utile che emergerà all'atto della vendita del prodotto e la relativa tassazione. Infine per la Corte dei Conti, "è concreto il rischio che la finalizzazione 'sociale' della Robin Tax possa risultare molto limitata". Nel senso che nelle tasche dei cittadini andrà poi poco o nulla. Dunque "si pone l'esigenza di evitare che i potenziali benefici dell'iniziativa non siano compromessi da elevati costi di gestione (ideazione, creazione, distribuzione e monitoraggio della carta acquisti).
Nessun commento:
Posta un commento