Dopo mesi di tira e molla ed in una situazione di crescente ed evidente disagio nel rapporto tra il “Palazzo e la Piazza”, finalmente una decisione presa nell’interesse della città: il nostro "caro" sindaco ha deciso che cosa farà "da grande", ovvero il padre perché “Non si può pensare che un bambino cresca passando gran parte del suo tempo su un'autostrada”.
Motivazione comprensibile che la città, il partito, i cittadini aspettavano da tempo e che da militante spero aiuti a sbloccare la situazione liberando il Partito Democratico da questa “dipendenza” politica legata al perdurare in questi mesi dell'incertezza del sindaco sul suo futuro.
Prendiamo atto della decisione consapevoli che per Bologna Cofferati non è “la malattia” da curare, è solo il “sintomo” di un malessere che viene da lontano e che rischia di incancrenire; è lo stesso che nel ’99 ha fatto vincere Guazzaloca, ovvero la mancanza in una città da sempre laboratorio politico per la sinistra di una nuova classe politica all’altezza della situazione, in grado quindi di interpretare dando forma e sostanza alle nuove richieste ed esigenze della società che cambia.
Da qui alle amministrative 2009 mancano solo pochi mesi e penso sarebbe più produttivo per il “bene della città” lasciare perdere il “totosindaco” ed impiegare il tempo che resta per dare piena attuazione ad alcune priorità del programma, riconoscendo onestamente come coalizione limiti dell’azione svolta ed errori fatti con una seria e costruttiva autocritica; da militante credo sarebbe il modo migliore per concludere il viaggio di questo mandato insieme ai propri elettori, senza ipocrisie e senza perderne troppi per strada; se non facciamo questo rischiamo di “regalare” per la seconda volta la città all’opposizione lasciando a loro solo la preoccupazione di trovare il nome del candidato (Guazzaloca, Corticelli o altri…..) per le amministrative 2009 perché continuando così a farlo diventare sindaco ci penseremo noi dalla maggioranza.
Claudio Gandolfi
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