sabato 17 novembre 2007

LO CHIAMANO LAVORO MA IN ITALIA "E' UNA GUERRA"


Ieri l’altro 15 novembre 3 morti sul lavoro e Prodi ha commentato “È uno stillicidio quotidiano, che bisogna contrastare ampliando le iniziative sul sommerso e sulla sicurezza”; ieri 16 novembre 5 morti in sole 8 ore e Bertinotti ha detto “Sembra di leggere un bollettino di guerra……………..Non si può tacere. Ogni sforzo dev’essere fatto e sollecitato per fermare questa terribile serie di morti sul lavoro. Occorre anche un’eccezionale mobilitazione e un’opera di sensibilizzazione che accompagni un impegno straordinario di tutte le istituzioni”.
Parole giuste che condivido, anche se debbo ammettere in tutta onestà che era da tempo che il mondo del lavoro aspettava venissero dette da queste due importanti figure istituzionali; sino ad ora lo aveva fatto (isolato ed inascoltato) il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con risultati poco efficaci nei numeri; infatti le parole di prodi e Bertinotti arrivano quando oggi sabato 17 novembre il contatore dei “morti sul lavoro” di articolo21 segna “921”, troppi per una Repubblica “Fondata sul lavoro”.
Come collettività dobbiamo reagire e farci sentire perché quella della tutela della salute, sicurezza e dignità delle persone sui luoghi di lavoro è “una lotta che ci riguarda tutti”: NON DIMENTICHIAMOCELO !!!!!!.
Noi “società civile” che ci siamo mossi per i monaci Buddisti, che facciamo presidi ovunque sempre e comunque, noi cittadini, noi “gente comune” ci dobbiamo mobilitare subito (senza aspettare l’imput di partiti e/o sindacati) perché si parla della nostra sicurezza,della nostra salute, della nostra dignità sul lavoro e non di altro.
E’ tempo di organizzare una grande manifestazione nazionale con una semplice, chiara e perentoria richiesta: “MAI PIU’ MORTI SUL LAVORO !!!”.
Come cittadino e lavoratore chiedo alla carta stampata,alle associazioni, ai siti online, al Partito Democratico, al nostro Comitato di Savena di aiutarci nel diffondere questo “urlo” alle nostre coscienze stordite dal “nulla cosmico” delle paure indotte dalla televisione,dando alle “morti bianche” la dignità della “prima pagina”.

Claudio Gandolfi.

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