venerdì 9 novembre 2007

LO STRANIERO“BRUTTO, SPORCO E CATTIVO” E LA NOSTRA IPOCRISIA


Alla pari di altri sono anch’io “scandalizzato per quello che sta avvenendo in Italia sull’onda emotiva dello stupro e dell’assassinio di Giovanna Reggiani” e non mi piace l’idea di un governo che ostaggio della sete di “sicurezza sociale” e condizionato dal timore della “giustizia fai da te” ha deciso di intervenire con il “pugno duro” sul tema della “sicurezza”; il risultato è che ora anche a sinistra questo rischia di essere declinato come un mero problema di ordine pubblico.

Questi invisibili sono in mezzo a noi da tempo e tutti i giorni, perché li vediamo solo ora a causa della colpa di un singolo? Questi “stranieri” “brutti, sporchi e cattivi” sono le badanti che puliscono il “culo” ai nostri nonni, sono le infermiere che curano i nostri malati, sono gli operatori ecologici che puliscono le nostre città, sono i muratori che costruiscono le nostre case; sono in mezzo a noi tutti i giorni, per strada, in autobus, in treno; sudano e faticano come noi, molti di loro pagano le tasse come noi, i loro figli sono a scuola i compagni di banco dei nostri ma evidentemente non hanno la “dignità di persone”, almeno agli occhi di molti di noi.

Quanta ipocrisia nel nostro Paese di “benpensanti” con la “puzza sotto il naso” che vedono queste persone solo nella misura in cui “essi sono utili a soddisfare i nostri bisogni”.

Molti di loro ci hanno chiesto e ci chiedono semplicemente la possibilità di riscattarsi, di poter “alzare la testa” senza il pericolo di essere cacciati via come avviene ora con la Bossi-Fini.

Nelle loro richieste non urlate chiedono di essere riconosciuti come persone, come esseri umani, con la loro dignità, i loro diritti, la loro cultura, mentre ora sono invisibili, sono trattati come schiavi moderni da sfruttare senza diritti e solo con doveri, rifiuti contro cui tutti noi scarichiamo con molta ipocrisia la rabbia accusandoli di tutti i mali del bel paese.

E’ un atteggiamento di razzismo strisciante molto pericoloso e che dimostra la scarsa memoria storica del nostro passato di popolo di migranti di un Paese in cui il permanere di una difficile condizione economica di alcune aree costringe tutt’ora gli abitanti ad avere la valigia di cartone ancora e sempre pronta per partire, in cerca di lavoro.

Per svegliare noi tutti – cittadini e politici – dal torpore civile in cui sembriamo vivere forse ci vorrebbe una manifestazione eclatante come lo “sciopero della cazzuola” nei nostri cantieri o lo “sciopero del pannolone” nelle nostre case, forse allora – davanti a questo – ci accorgeremmo tutti che questi “stranieri”, queste PERSONE ESISTONO NON SOLO QUANDO CI FANNO COMODO e che ogni centimetro di libertà in meno per loro ha la stessa lunghezza ed importanza anche per noi, perché divisi e sfruttati non si va da nessuna parte.

Dobbiamo dare voce alle loro richieste ed in questo il lavoro dei quotidiani può essere molto utile per continuare a tenere alta l’attenzione su questi problemi; aiutiamo queste persone nel loro percorso verso la dignità, riconoscendo loro il diritto di voto, aiutiamoli a diventare VISIBILI, riconoscendo loro il DIRITTO DI ESISTERE.


Claudio Gandolfi

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