5 Gennaio 2008
Intervista di Massimo Giannini - La Repubblica
[...]Un'altra ferita aperta sulla quale il Pd dovrà prima o poi trovare una sintesi riguarda le questioni etiche.
"Purtroppo in alcuni ambienti vedo un clima da disfida tra guelfi e ghibellini, un irrigidimento integralista e quasi testimoniale delle identità legate l'una alla fede cattolica, l'altra all'ispirazione laica. Il Pd nasce con l'obiettivo di superare questa contrapposizione".
Cosa pensa della legge sull'aborto, oggetto dell'ennesima una campagna "revisionista"?
"Un valore imprescindibile, per me, è la laicità dello Stato. Questo significa che ci sono conquiste di civiltà che devono essere difese. Una di queste è proprio la 194, che si è dimostrata una legge contro l'aborto, visto che le interruzioni di gravidanza si sono ridotte del 44%. Dunque per me la 194 è una legge importante, che va difesa. Ma non mi spaventa una discussione di merito, che tenda a rafforzare gli aspetti di prevenzione, perché l'aborto non è un diritto assoluto, ma è sempre un dramma da contrastare".
Non le sembra che i toni dei revisionisti siano quasi da nuova crociata?
"Sinceramente, mi piace una Chiesa che concentri la sua attenzione su alcuni dei temi che stanno dentro la grandezza dell'esperienza di fede: la protezione degli ultimi, la lotta contro ogni forma di ingiustizia sociale, la pace e i diritti delle persone. Non mi spaventa che la Chiesa affermi e tuteli principi morali che considera fondamentali. Ma ammaestrata da una storia millenaria, la Chiesa sa bene che proprio la laicità dello Stato è un confine che non può essere valicato. Poi, con altrettanta sincerità, vorrei che anche i laici fossero più laici. Che ragionassero senza dogmatismi sui temi della vita e della morte. Noi laici, più di ogni altro, non possiamo accettare l'idea di una società senza valori. Dobbiamo moltiplicare le sedi di confronto e di ricerca comune. E nella vocazione di un grande partito come il Pd. Prendiamo esempio dai democratici americani".
A proposito, che effetto le fa il successo di Obama, che proprio lei ha indicato come modello di "bella politica"?
"Questa vittoria iniziale di Obama non mi stupisce. La sua è una leadership calda, capace di evocare l'idea di un'America che recupera la guida morale nel mondo. E poi, per lui hanno votato anche i repubblicani e gli indipendenti. La strada delle elezioni è ancora lunga, ma intanto una lezione si può trarre: Obama ha interpretato finora una capacità di cambiamento che forse è quella del nuovo millennio. Vorrei che anche noi sapessimo ascoltarla, uscendo dalle sconfitte, dai conflitti e dalle ideologie di un tempo che dobbiamo mettere per sempre alle nostre spalle".
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sullo stesso argomento vi segnalo la lettera dell'Amedea Zanarini, pubblicata su "il domani di Bologna" di oggi.
[...]Un'altra ferita aperta sulla quale il Pd dovrà prima o poi trovare una sintesi riguarda le questioni etiche.
"Purtroppo in alcuni ambienti vedo un clima da disfida tra guelfi e ghibellini, un irrigidimento integralista e quasi testimoniale delle identità legate l'una alla fede cattolica, l'altra all'ispirazione laica. Il Pd nasce con l'obiettivo di superare questa contrapposizione".
Cosa pensa della legge sull'aborto, oggetto dell'ennesima una campagna "revisionista"?
"Un valore imprescindibile, per me, è la laicità dello Stato. Questo significa che ci sono conquiste di civiltà che devono essere difese. Una di queste è proprio la 194, che si è dimostrata una legge contro l'aborto, visto che le interruzioni di gravidanza si sono ridotte del 44%. Dunque per me la 194 è una legge importante, che va difesa. Ma non mi spaventa una discussione di merito, che tenda a rafforzare gli aspetti di prevenzione, perché l'aborto non è un diritto assoluto, ma è sempre un dramma da contrastare".
Non le sembra che i toni dei revisionisti siano quasi da nuova crociata?
"Sinceramente, mi piace una Chiesa che concentri la sua attenzione su alcuni dei temi che stanno dentro la grandezza dell'esperienza di fede: la protezione degli ultimi, la lotta contro ogni forma di ingiustizia sociale, la pace e i diritti delle persone. Non mi spaventa che la Chiesa affermi e tuteli principi morali che considera fondamentali. Ma ammaestrata da una storia millenaria, la Chiesa sa bene che proprio la laicità dello Stato è un confine che non può essere valicato. Poi, con altrettanta sincerità, vorrei che anche i laici fossero più laici. Che ragionassero senza dogmatismi sui temi della vita e della morte. Noi laici, più di ogni altro, non possiamo accettare l'idea di una società senza valori. Dobbiamo moltiplicare le sedi di confronto e di ricerca comune. E nella vocazione di un grande partito come il Pd. Prendiamo esempio dai democratici americani".
A proposito, che effetto le fa il successo di Obama, che proprio lei ha indicato come modello di "bella politica"?
"Questa vittoria iniziale di Obama non mi stupisce. La sua è una leadership calda, capace di evocare l'idea di un'America che recupera la guida morale nel mondo. E poi, per lui hanno votato anche i repubblicani e gli indipendenti. La strada delle elezioni è ancora lunga, ma intanto una lezione si può trarre: Obama ha interpretato finora una capacità di cambiamento che forse è quella del nuovo millennio. Vorrei che anche noi sapessimo ascoltarla, uscendo dalle sconfitte, dai conflitti e dalle ideologie di un tempo che dobbiamo mettere per sempre alle nostre spalle".
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sullo stesso argomento vi segnalo la lettera dell'Amedea Zanarini, pubblicata su "il domani di Bologna" di oggi.
1 commento:
allego testo integrale della lettera inviata a diversi quotidiani e pubblicata oggi da Il Domani
ALCUNE CONSIDERAZIONE SULLA LEGGE 194
Il direttore del quotidiano Il Foglio ( Giuliano Ferrara) prendendo spunto dalla moratoria sulla pena di morte (sottoscritta da molti stati compreso il nostro) ha chiesto con una ardita analogia una moratoria per la revisione della legge 194.
Trovo strano il collegamento che Ferrara fa tra le due richieste, nel primo caso si parla di omicidi di stato, nel secondo di scelte personali dolorose mai prese con leggerezza; rispetto a questo voglio sottolineare che il ricorso all’aborto è comunque molto diminuito mentre avanza nelle donne il desiderio di maternità ( che sarebbe utile anche socialmente).
Questa volontà andrebbe sostenuta ed incoraggiata da politiche di servizi per il sostegno alla famiglia, nei fatti non c’è nessun aiuto alla coppia che decida di “metter su famiglia” che si scontra nella realtà con le difficoltà di trovare una casa, un lavoro non precario per entrambi; a questo si aggiunge che la donna è spesso lasciata sola e nella condizione di dover scegliere tra maternità e lavoro, giungendo a volte anche a “dover” nascondere la gravidanza quasi fosse un “peccato” di cui pentirsi.
Le leggi per la tutela della maternità ci sono: dalla legge approvata nel 1971 che non viene rispettata, alla 194 che vorrebbero cambiare, per finire con quella del 2000 sui congedi parentali poco conosciuta ed aiutata.
Piuttosto che impegnarsi nella crociata contro la 194 sarebbe “socialmente utile” che il Parlamento si dedicasse in modo reale all’aiuto ed al sostegno alle donne, con adeguate risorse finanziarie, nella scelta della maternità garantendo un lavoro sicuro ( non soggetto al ricatto del licenziamento), il sostegno alla coppia con politiche per la casa e per i servizi all’infanzia, asili sufficienti e a costi sostenibili; l’aumento delle nascite non lo si favorisce con “crociate” contro la donna ma dando “dignità” ad una maternità consapevole.
Amedea Zanarini, Bologna
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