martedì 10 giugno 2008

DOVE SIEDERA’ IL PD A STRASBURGO ORA E‘ L’ULTIMO DEI PROBLEMI

Formalmente siamo un partito unico ma le diverse anime che hanno dato vita al Partito Democratico continuano a coltivare l’orticello di casa, a parole tutti sono disponibili a fare sintesi politica ma nei fatti ognuno ragiona per interesse di parte e gli argomenti che possono portare allo scontro continuano a non essere affrontati rinviandoli “sine die” nella vana speranza che si risolvano da soli o che semplicemente vengano dimenticati per strada; in questo senso quello della collocazione nel Parlamento europeo ne è solo il più recente ma non ultimo - temo - esempio.
Da militante francamente lo trovo un falso problema, pensiamo piuttosto a quello a cui ci sta preparando il nuovo governo con la forza del voto, del consenso e dei media: pensiamo alle misure contro gli stranieri, pensiamo alla volontà di bloccare le intercettazioni telefoniche, pensiamo alle misure che vogliono destrutturate completamente la contrattazione collettiva ed il mondo del lavoro dipendente, pensiamo al fascismo che si sente legittimato nel suo orgoglio e nella sua violenza non solo verbale; davanti a tutto questo ed altro ancora, davanti al fatto che ci aspettano 5 anni di “lacrime e sangue” quello di sapere dove ci siederemo a Strasburgo nel 2009 lo trovo l’ultimo degli argomenti da trattare nella nostra agenda politica delle priorità.
In questo momento penso sia importante per il nostro futuro politico e per il bene del Paese e della nostra sempre più fragile democrazia dire chiaramente dove sediamo “ora” al parlamento italiano, se vogliamo essere veramente un partito nuovo e unico, ovvero se siamo pronti e convinti ad una seria opposizione per contrastare una maggioranza intenzionata a fare tabula rasa dei diritti. Dobbiamo prepararci a ribattere colpo su colpo sapendo che a nostra disposizione abbiamo pochi strumenti e non possiamo buttare alle ortiche l’entusiasmo e la voglia di partecipare del 14 ottobre.
L’unità e la voglia di cambiare il Paese che hanno caratterizzato quei bellissimi giorni dello scorso autunno sembrano lontani “anni luce”, continuando di questo passo penso che il problema non si porrà perchè semplicemente il Partito Democratico alle europee non ci arriverà; se è questo che volete dal chiuso del “palazzo” ditecelo chiaramente perché noi che dalla strada dedichiamo alla politica il nostro tempo libero potremmo anche decidere di fare altro del nostro “volontariato”.
Il messaggio è chiaro e perentorio, ovvero “siamo stanchi di essere contati senza poter contare”, grazie.

Claudio Gandolfi

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