lunedì 28 gennaio 2008

SOLIDARIETA' A ROMANO PRODI

Circolo del Partito Democratico “Mazzini” di Bologna

Le cittadine ed i cittadini, riuniti in assemblea il giorno 25 gennaio 2008 per la fondazione del Circolo Territoriale “Mazzini” nel quartiere Savena di Bologna,
hanno unanimamente espresso a Romano Prodi la loro solidarietà, vicinanza umana, stima personale e politica e la piena condivisione del suo lavoro di governo.

In questo momento auspicano e raccomandano la continuazione del suo contributo politico, essenziale per il rafforzamento del nostro Partito Democratico, necessario al rinnovamento e la rinascita morale della nostra Nazione.

Bologna 27 Gennaio 2008.

domenica 27 gennaio 2008

LE “COLPE” DI ROMANO PRODI IN UN MONDO DI IPOCRITI ED OPPORTUNISTI


Mi unisco alle parole di Andrea Di Meo che nella sua lettera all’Unità di oggi ringrazia Prodi per essere “andato fino in fondo [….] a testa alta e schiena dritta”.
In effetti in un Paese di politici ipocriti ed opportunisti e dediti alla coltura del “proprio orticello” questa caparbietà nel rivendicare la propria onestà e lealtà nei confronti degli impegni presi con gli elettori ha disorientato molti; credo comunque pochi tra i 19 milioni di italiani che nella primavera del 2006 hanno come me votato per la coalizione di centro-sinistra perché questa “nostra” diversità ed unicità è stato il primo motivo per la scelta del voto.
Ha fatto quindi bene Prodi a chiedere (pretendere) davanti alle camere a ciascuno il “coraggio” di dichiararsi pubblicamente per il “si” o per il “no”, ha fatto bene perché non ha (non abbiamo) nulla di cui vergognarsi e/o da nascondere, ha fatto bene a presentarsi a viso aperto e schiena dritta perché quello che ha fatto lo fatto “onestamente” e con “senso dello Stato” e della “cosa pubblica”; ovvero il massimo che alla condizione di oggi si poteva fare in un Paese in una situazione di permanente “ricatto” da parte dell’irresponsabile di turno.
E’ stato giusto cadere in piedi alle camere e a viso aperto davanti agli italiani perché ognuno di noi elettori ha potuto annotarsi nome e cognome di chi si è messo di traverso per interesse di parte, ce ne ricorderemo al momento del voto se finalmente saremo di nuovo messi nella condizione di poter “scegliere” e non di dover “subire” i nostri rappresentanti in Parlamento; è necessario quindi cambiare le regole del gioco perché allo stato attuale un voto con questa legge elettorale significherebbe “continuare a farci del male” per molto tempo ancora.
Il ribellismo diffuso e la sindrome da comitato che ci pervade, sono il segnale più evidente di quanto nel nostro Paese ci sia bisogno di “buon governo” e “buona politica”, ovvero quello che in questi 20 mesi di lavoro Prodi aveva iniziato a fare con il suo (nostro) governo; questo a qualcuno ha dato fastidio perché significava dover finalmente rinunciare a privilegi, a rendite di posizione, ad interessi di parte a vantaggio dell’interesse generale; questo “qualcuno” si è messo di traverso e per salvare se stesso ha deciso di trascinare tutto il Paese nel baratro dell’ingovernabilità.
Non possiamo permettere che vinca ancora questa parte, non possiamo permettere che in un Paese dove tutti urlano, spingono e dove tutti rivendicano supposti diritti (o privilegi che dir si voglia) continui a prevalere la “legge della giungla”; abbiamo bisogno di “buona politica” e di persone “oneste” che ne portino avanti con orgoglio, fermezza ed a testa alta i principi ispiratori; lavoriamo per questo ed il paese onesto avrà l’intelligenza di “capire” da che parte stanno queste persone.
Ha ragione ancora una volta il lettore Andrea Di Meo quando scrive “Non facciamoci fuorviare ed intimidire, non arrendiamoci”, difendiamo con orgoglio quello che di buono abbiamo fatto, ammettiamo onestamente e lealmente i nostri limiti e le nostre colpe ma non diamoci per vinti perché non ci possiamo “rassegnare” ad una Democrazia virtuale da “grande fratello”…………

Claudio Gandolfi

sabato 26 gennaio 2008

UN'ALTRA MEDAGLIA PER PRODI

Devo ammettere che quando sentivo parlare della fortuna di Prodi mi innervosivo.
Questo tentativo di far passare la competenza e la capacità di ottenere risultati come frutto del fattore c. non l’ho mai voluta accettare.
Ora devo ammetterlo Prodi, oltre che bravo, è veramente fortunato.
Essere sconfitti da un tradimento, da una specie di complotto familiare, subire la fine di un’esperienza di governo perché uno come Mastella se ne và, è un onore.
Si dovrà ascrivere a merito di Prodi anche l’aver liberato il centro sinistra di uno come il piccolo padrino di Ceppaloni una medaglia in più per il Professore.
Stranamente in questi giorni, negli innumerevoli dibattiti sulla crisi, nessuno ricorda un’affermazione (tatticamente una gaffe, come al solito dettata da arroganza ed incompetenza) di Berlusconi che, quando evocò la spallata , quella di ottobre o forse quella di novembre (non ricordo esattamente dato che ce n’è una al mese), disse che aveva acquisito, alias comprato, un senatore di “peso” della Campania. Era vero si era solo dimenticato di dire che aveva comprato anche il partito di quel senatore, anche quei deputati che siedono in parlamento con i voti dell’Ulivo e perché Prodi ha rinunciato a loro favore,
Povera Italia.


Domenico Gentili

venerdì 18 gennaio 2008

ASSEMBLEE FONDATIVE DEI CIRCOLI TERRITORIALI

Cari amici, vi ricordiamo che la campagna di consegna degli attestati delle Primarie e' in pieno svolgimento e ci condurrà verso la nascita vera e propria dei Circoli territoriali del Pd, che avverrà VENERDI 25 GENNAIO, a partire dalle ore 20.


Vi indichiamo qui di seguito i luoghi dove ogni Circolo terrà la sua assemblea costitutiva:

- CIRCOLO FOSSOLO (seggi di Via Barbacci e di Via Misa): Villa Paradiso, Via E. Levante 138.

- CIRCOLO PONTEVECCHIO (seggi di Via Udine e Villa Paradiso): Centro Civico di Via Faenza 4, Sala Polivalente.

- CIRCOLO MAZZINI (seggi dell'Arci Benassi e del Centro Due Madonne): Arci Benassi, Viale Cavina 6.

- CIRCOLO S. RUFFILLO (seggi dell'ortofrutta di Via Toscana, della Casa del gufo e dell'Arci S.Rafél): Arci S.Rafél di Via Ponchielli (dietro la Coop).

Nel corso delle assemblee che, come detto si apriranno il giorno 25 alle ore 20, si eleggeranno i Segretari e i Comitati di Circolo, più i delegati alle assemblee di Quartiere e Provincia.

Vi ricordiamo che chiunque si voglia candidare ai suddetti incarichi, deve comunicare al "Responsabile della Fondazione del Pd" del Quartiere (vedi a lato) la propria candidatura, entro le ore 12 di Mercoledi 23 gennaio.

Per chi si voglia candidare a Segretario di Circolo sono necessarie anche 10 firme di "fondatori" del Pd.

Le assemblee rimarranno aperte e consentiranno le operazioni di voto, anche per tutta la giornata di sabato (dalle ore 09 alle ore 12 e 30 e dalle 15 alle 17 e 30) e la mattina di domenica (dall ore 09 alle ore 13).




mercoledì 9 gennaio 2008

CONSEGNA ATTESTATI DI FONDATORE/FONDATRICE DEL PARTITO DEMOCRATICO


A partire da sabato 12 gennaio, prenderà il via la campagna di consegna degli attestati di fondatori e fondatrici del Partito Democratico, a tutti coloro che hanno partecipato alle Primarie del 14 ottobre e anche a chi, pur non avendo partecipato, voglia aderire alla nascita del nuovo Partito. Ricordiamo che il contributo minimo previsto per il ritiro dell'attestato è di 5 euro, e tutti coloro che lo ritireranno, potranno poi partecipare alle assemblee di fondazione dei rispettivi Circoli, e votare i propri rappresentanti ai vari livelli, nonchè candidarsi alle varie cariche (Segretario di Circolo, delegato alle assemblee ecc).

Pubblichiamo di seguito i luoghi e gli orari di consegna per i quattro Circoli: Fossolo (seggi di Via Barbacci e Via Misa), Mazzini (seggi dell'Arci Benassi e delle Due Madonne), Pontevecchio (seggi di Via Udine ex-scuole Graziano e Villa Paradiso) e San Ruffillo( seggi dell'Ortofrutta di Via Toscana, della Casa del Gufo di Via Longo e dell'Arci S. Rafél di Via Ponchielli).


martedì 8 gennaio 2008

CIRCOLO SAN RUFFILLO

( seggi dell'Ortofrutta di Via Toscana, della Casa del Gufo di Via Longo e dell'Arci S. Rafèl di via Ponchielli)
- SABATO 12-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle ore 19 in Via Toscana 120/a.
- DOMENICA 13-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 in Via Abba 28.
- SABATO 19-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle ore 19 in Via Toscana 120/a.
- DOMENICA 20-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 in Via Abba 28.

CIRCOLO PONTEVECCHIO

(seggi di Via Udine ex-scuole Graziano, e Villa Paradiso)

- SABATO 12-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle ore 19, in Via Dozza 10.

-DOMENICA 13-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 in Via Ortolani 14/a.

- SABATO 19-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle ore 19 in Via Dozza 10.

- DOMENICA 20-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 in Via Ortolani 14/a.

CIRCOLO MAZZINI

(seggi dell'Arci Benassi e delle Due Madonne)

- SABATO 12-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle ore 19 all'Arci Benassi di Viale Cavina 6.
- DOMENICA 13-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 all'Arci Benassi di Viale Cavina 6.
- SABATO 19-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle ore 19 all'Arci Benassi di Viale Cavina 6.
- DOMENICA 20-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 all'Arci Benassi di Viale Cavina 6.

CIRCOLO FOSSOLO

(seggi di Via Misa e Via Barbacci)

- SABATO 12-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore ore 15 alle ore 19, in Via Dozza 10.
- DOMENICA 13-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle ore 19, in Via Dozza 10.
- LUNEDI 14-01: dalle ore 18 alle ore 20 in Via Barbacci 31.
- VENERDI 18-01: dalle ore 18 alle ore 20, in Via Barbacci 31.
- SABATO 19-01: dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle ore 19, in Via Dozza 10.
- DOMENICA 20-01: dalle ore 10 alle ore 12,30, in Via Dozza 10.

lunedì 7 gennaio 2008

PARTITO DEMOCRATICO E TERRITORIO: SI PARTE!


Cari amici,
passate le festività natalizie, inizia il grande processo di radicamento nel territorio del nuovo Partito, che coinvolgerà tutti i cittadini del nostro Quartiere (quasi 9000) che il 14 ottobre votarono per le primarie. A tale proposito in questi giorni il Comitato del Pd di Savena invierà a tutti una lettera con le informazioni su tale percorso, e anche dal blog provvederemo a tenervi informati e aggiornati su tutti gli appuntamenti previsti. Intanto pubblichiamo i quattro Circoli che andranno inizialmente a creare il nucleo del nuovo Partito nel nostro territorio:

- CIRCOLO FOSSOLO (Via G. Dozza 10) : riferimento per tutti coloro che hanno votato nei seggi di Via Misa e di Via Barbacci.

- CIRCOLO MAZZINI (Viale Cavina 6): riferimento per tutti coloro che hanno votato nei seggi dell'Arci Benassi di Viale Cavina e del Circolo Due Madonne di via C. Carli.

- CIRCOLO PONTEVECCHIO (Via Ortolani 14/a): riferimento per tutti coloro che hanno votato nei seggi di Villa Paradiso e alle ex scuole Graziano di via Udine.

- CIRCOLO S.RUFFILLO (Via Toscana 120/a): riferimento per tutti i tre seggi della zona: l'Ortofrutta di Via Toscana, l'Arci S.Rafél di via Ponchielli e la Casa del Gufo di via Longo.

domenica 6 gennaio 2008

“CHIAGNE E FOTTE”........sulla laicità


Un punto di vista sulla LAICITA’: parliamone

“CHIAGNE E FOTTE”
di: Paolo Flores d'Arcais - Unità 4 gennaio 2008


«Chiagne e fotte» (anche contratto in «chiagn’e fotte») è una delle più note espressioni del dialetto napoletano. Indica una persona che gode di privilegi e ciononostante si lamenta, quasi fosse discriminato. Un privilegiato a cui non basta mai, insomma. Non utilizzeremo questa perspicua ed efficacissima manifestazione del logos partenopeo a proposito della recente uscita del cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Santa Romana Chiesa (quasi un vice-Papa, per capirsi), perché le attuali norme sul celibato ecclesiastico renderebbero di cattivo gusto accostare a un prelato un qualsiasi riferimento sessuale, fosse anche giocoso o metaforico. E tuttavia, sentirlo dichiarare solennemente che «il Partito democratico non deve mortificare i cattolici», quando lo sport quotidiano in detto partito sembra semmai quello del «bacio della pantofola» e di ogni altro esagerato ossequio verso la Chiesa gerarchica, lascia davvero senza parole.

Cosa vuole di più il cardinal Bertone dal neo-segretario Veltroni, con il quale dice di essersi lamentato per le «derive» («laiciste», ça va sans dire) del nuovo partito, tali che gli fanno rimpiangere Gramsci e Togliatti (sic!)? Non gli basta che il centrosinistra abbia già scaricato in soffittaun pur timidissimo disegno di legge sui Dico o Pacs o come altro li si vuol innominare? Non gli basta che dopo aver doverosamente ascoltato la richiesta dell’Europa, che chiede a tutti i Paesi membri di non accettare discriminazioni tra le diverse preferenze sessuali (richiesta che l’Europa avanza col sostegno di gran parte delle forze politiche di destra), il centrosinistra si sia già rimangiato quel gesto di elementare civiltà, con risibili scuse tecnico-procedurali? Non gli basta che il governo continui a traccheggiare di fronte a una legge ignobile, che costringe le coppie che ricorrono alla fecondazione artificiale a rischiare di concepire bambini con gravissime malformazioni, legge che per fortuna più di un tribunale ha interpretato alla luce della Costituzione? Non gli basta che il centro-sinistra continui a impinguare e locupletare le scuole clericali, in spregio di un articolo della Costituzione che più chiaro non si può? Non gli basta che nella scuola pubblica (pubblica?) siano stati fatti entrare in ruolo migliaia di insegnanti di religione nominati dalla Cei, che potranno eventualmente passare a insegnare filosofia, storia, italiano (sempre restando di ruolo, senza concorso)? Non gli basta che in barba alla famosa commissione Levi-Montalcini, si continui a NON insegnare il darwinismo nei primi anni di scuola e fino all’adolescenza (contribuendo a farli restare bamboccioni)?

Non gli basta un meccanismo truffaldino dell’otto per mille che regala alla stessa Cei ogni anno qualcosa come un miliardo di euro (per non parlare dell’esenzione dall’Ici e altre regalie feudali)? Non gli basta una televisione pubblica (a chiacchiere) dove l’editorialista quotidiano dei Tg non è un giornalista, per lottizzato che sia, ma il Sommo Pontefice (di cui ci viene propinato ogni discorso, dichiarazione, elucubrazione, anatema, glossa) e dove la fiction ormai ha superato in devozione la «Legenda aurea» di Jacopo da Varazze, e in ogni dibattito “scientifico” è presente un esorcista?

Non gli basta. Tutta la Chiesa gerarchica - e il Papa in primo luogo - si accontenterebbe infatti solo di un programma davvero minimo: l’imposizione per legge a tutti i cittadini dei «valori non negoziabili», cioè della morale clericale su vita, morte, sessualità, educazione, ricerca scientifica. E questo centro-sinistra su qualche dettaglio ancora recalcitra. Sempre meno, del resto, visto che di fronte all’affondo anti-aborto del trio Ferrara-Ruini-Bondi (in ordine rigorosamente cronologico) e alla dichiarazione sanfedista della senatrice Binetti che voterà con Forza Italia, nessuno ha pronunciato l’ovvio “non possumus” laico, col suo inevitabile corollario: o lei (e altri sanfedisti come lei) o noi.

Le pretese di Bertone (che sono poi quelle di Ratzinger) non fanno che riportare in auge gli anatemi del Sillabo. I «valori non negoziabili» sono gli stessi di allora, solo che ora non li si invoca più contro le democrazie, si vorrebbe che diventassero la Costituzione stessa delle democrazie. Di fronte a tanta totalitaria pretesa, quello che lascia sgomenti è proprio la mancanza di reazione di chi si professa democratico.Perché, la laicità o il laicismo coerenti, che esigono uno Stato neutrale rispetto alle diverse morali di gruppo e personale, dove dunque si legiferi secondo il principio di Grozio («Etsi Deus non daretur», come se Dio non ci fosse), non costituiscono un estremismo ateo di segno analogo e contrario all’estremismo clericale che vuole imporre a tutti la propria morale per legge. L’opposto speculare di tale pretesa sarebbe quella di uno Stato che pretenda di imporre per legge, a tutti, l’aborto in caso di malformazione, o dopo «x» figli (per via della sovrapopolazione). O vieti l’insegnamento della religione, e a scuola abbia un’ora di «ateismo» settimanale. O in nome di una morale edonista esiga l’eutanasia per tutti i malati terminali in balia della sofferenza. O che, per stroncare la piaga delle ragazze madri, renda obbligatorio l’uso della pillola per tutte le minorenni. E via costringendo.

Tutte cose che un laico non si sognerebbe mai di chiedere. Perché laico significa democratico, e democratico significa laico. In una democrazia liberale i due termini si implicano a vicenda. E significano uno Stato che non impone a nessuno la morale di altri, ma rispetta la morale autonoma di ciascuno (fino a dove non distrugge l’autonomia dell’altro, ovviamente). Dunque, uno Stato che non impone a nessuno il divorzio, ma a nessuno impone l’indissolubilità del matrimonio. A nessuno impone la contraccezione, ma non impone le contorsioni dell’Ogino-Knaus a chi la contraccezione (sicura) la vuole praticare. A nessuno impone l’aborto terapeutico, ma a nessuno impone la nascita di un figlio non voluto. A nessuno impone l’eutanasia, ma a nessuno impone la tortura di una sofferenza terminale inenarrabile. A ciascuno, invece, garantisce la libertà di scelta.

Questa è l’autentica moderazione del laicismo più intransigente, il suo «giusto mezzo»: non tollerare che una parte della società imponga all’altra la propria morale, che un gruppo prevarichi facendo del proprio volere morale il dovere della totalità dei cittadini, ma rispettare l’autonomia morale di tutti e di ciascuno. Questi sono gli unici valori non negoziabili che dovrebbero accomunare, senza se e senza ma, tutti i democratici, di tutti i partiti (e più che mai di chi così ha deciso di chiamarsi).

sabato 5 gennaio 2008

Veltroni su aborto e 194


5 Gennaio 2008

Intervista di Massimo Giannini - La Repubblica

[...]Un'altra ferita aperta sulla quale il Pd dovrà prima o poi trovare una sintesi riguarda le questioni etiche.
"Purtroppo in alcuni ambienti vedo un clima da disfida tra guelfi e ghibellini, un irrigidimento integralista e quasi testimoniale delle identità legate l'una alla fede cattolica, l'altra all'ispirazione laica. Il Pd nasce con l'obiettivo di superare questa contrapposizione".

Cosa pensa della legge sull'aborto, oggetto dell'ennesima una campagna "revisionista"?
"Un valore imprescindibile, per me, è la laicità dello Stato. Questo significa che ci sono conquiste di civiltà che devono essere difese. Una di queste è proprio la 194, che si è dimostrata una legge contro l'aborto, visto che le interruzioni di gravidanza si sono ridotte del 44%. Dunque per me la 194 è una legge importante, che va difesa. Ma non mi spaventa una discussione di merito, che tenda a rafforzare gli aspetti di prevenzione, perché l'aborto non è un diritto assoluto, ma è sempre un dramma da contrastare".

Non le sembra che i toni dei revisionisti siano quasi da nuova crociata?
"Sinceramente, mi piace una Chiesa che concentri la sua attenzione su alcuni dei temi che stanno dentro la grandezza dell'esperienza di fede: la protezione degli ultimi, la lotta contro ogni forma di ingiustizia sociale, la pace e i diritti delle persone. Non mi spaventa che la Chiesa affermi e tuteli principi morali che considera fondamentali. Ma ammaestrata da una storia millenaria, la Chiesa sa bene che proprio la laicità dello Stato è un confine che non può essere valicato. Poi, con altrettanta sincerità, vorrei che anche i laici fossero più laici. Che ragionassero senza dogmatismi sui temi della vita e della morte. Noi laici, più di ogni altro, non possiamo accettare l'idea di una società senza valori. Dobbiamo moltiplicare le sedi di confronto e di ricerca comune. E nella vocazione di un grande partito come il Pd. Prendiamo esempio dai democratici americani".

A proposito, che effetto le fa il successo di Obama, che proprio lei ha indicato come modello di "bella politica"?
"Questa vittoria iniziale di Obama non mi stupisce. La sua è una leadership calda, capace di evocare l'idea di un'America che recupera la guida morale nel mondo. E poi, per lui hanno votato anche i repubblicani e gli indipendenti. La strada delle elezioni è ancora lunga, ma intanto una lezione si può trarre: Obama ha interpretato finora una capacità di cambiamento che forse è quella del nuovo millennio. Vorrei che anche noi sapessimo ascoltarla, uscendo dalle sconfitte, dai conflitti e dalle ideologie di un tempo che dobbiamo mettere per sempre alle nostre spalle".

________

sullo stesso argomento vi segnalo la lettera dell'Amedea Zanarini, pubblicata su "il domani di Bologna" di oggi.

giovedì 3 gennaio 2008

Commento a Lidia Ravera: “194,UNA CICLICA OSSESSIONE”


LEGGE 194, PARTITO DEMOCRATICO E LA “PAURA DI NON FARCELA”

Ho letto con molto interesse l’intervento chiaro, lucido e preciso di Lidia Ravera sull’Unità di oggi e condivido con lei la stessa paura “che non ce la facciamo” in quel coraggioso tentativo che è il Partito Democratico di mettere insieme “noi laici di buona volontà e loro, cattolici capaci di rispettare la libertà di tutti”; personalmente fatico sempre più a condividere l’appartenenza allo stesso nascente partito con Paola Binetti e credo che con una legge elettorale diversa una personalità come la senatrice “teodem” non sarebbe mai stata eletta in parlamento con il consenso ed il voto consapevole da parte di molti degli elettori di centrosinistra, ad iniziare da quelli che come me il 14 ottobre scorso hanno votato alle primarie per il PD.
Questa sua presa di posizione personale è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi in cui la senatrice si è trovata in qualche modo dall’altra parte del guado, ma questo lo giudico più grave e dirimente di altri perché nei fatti condivide una posizione “ideologica” che mette sullo stesso piano un atto barbarico come un “delitto di stato” ( perché tale la pena di morte è) con una scelta individuale e sofferta come quella dell’aborto definendo di fatto le donne che la compiono delle “assassine”.
Questa volta lo scompiglio si è creato, la reazione c’è stata soprattutto da parte delle donne laiche del PD (Pollastrini, Turco ed altre), mi piacerebbe sentire la posizione degli uomini ( troppo spesso in un opportunistico “silenzio” in attesa di eventi), in particolare quella di Veltroni perché il problema politico c’è tutto e molti sono gli aspetti di carattere etico, morale e religioso su cui le diverse anime del nascente Partito Democratico corrono il rischio di spaccarsi perdendo pezzi per strada; finito le “vacanze” sarà bene che cominciamo tutti ad affrontare seriamente questi aspetti perché parlare esclusivamente delle cose che ci uniscono eludendo di affrontare ragionamenti sulle cose che ci dividono non risolvono il problema, semplicemente ( e con molta ipocrisia e poca lucidità politica) lo posticipano con il rischio di renderlo ancora più difficile da superare; il giochino di stare assieme per puro “tornaconto elettorale” avrà vita breve e nel caso lo pagheremo tutto e duramente.

LEGGE 194: UNA DOMANDA ALLA “COMPAGNA” PAOLA BINETTI


All’indomani della giusta moratoria contro la pena di morte l’ex compagno Giuliano Ferrara ha pensato bene di equiparare questi vergognosi “delitti di stato” alla scelta individuale e sofferta dell’aborto definendo di fatto le donne che la compiono delle “assassine”; è una “nuova caccia alle streghe” in cui Ferrara trova ora come compagni di viaggio disposti a “sporcarsi le mani”, oltre a Forza Italia anche la senatrice Paola Binetti, con la quale fatico sempre più a condividere l’appartenenza allo stesso schieramento politico, nello specifico al nascente Partito Democratico.
Non entro nel merito delle motivazioni che hanno spinto la Binetti a questa sua scelta “personale” e non voglio discutere se questa sia o meno in contrasto con i principi di “laicità” alla base del PD, ma da suo ( spero momentaneo) compagno di viaggio mi aspetto che lo stesso “fervore” a difesa della persona e la stessa spinta “morale” la senatrice le dimostri in Parlamento nel chiedere un impegno “bipartisan” per attuare al più presto tutti gli strumenti legislativi utili a contrastare il fenomeno delle “morti bianche” che ogni giorno lascia sul campo 3 persone “adulte, vive,capaci di intendere e di volere” che muoiono di lavoro; alla pari dell’embrione che Lei dice di voler proteggere nella sua dimensione di “essere vivente” anche per i morti di lavoro dovrebbe valere l’esclusione di “logiche di schieramento o posizioni di partito” nell’impegno per difendere la “salvaguardia della vita”.
Mi permetto infine di ricordare alla senatrice Binetti che nonostante gli sforzi fatti dal governo Prodi ( e dalla maggioranza a cui ancora appartiene) per arginare il fenomeno delle morti bianche, anche il 2007 si è chiuso con un bilancio purtroppo pesante; all’alba del 30 dicembre il contatore di Articolo21 segnava infatti 1045 morti, 1045672 infortuni e 26141 invalidi e a Paese ancora in letargo per festeggiamenti e botti i primi giorni del 2008 ci hanno già “regalato” 5 morti, 5748 infortuni e 143 invalidi: se non sono questi numeri un buon motivo per difendere “la dignità della persona e il valore sacro della vita” chiedo alla Binetti ( a Bondi, a Ferrara) quali? Grazie.